🚨RIVOLTA ISLAMICA A MILANO, CINQUANTA FIGLI DI IMMIGRATI ASSALTANO AUTO POLIZIA: “NON POTETE ARRESTARCI”

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I figli degli immigrati sono la più grande minacci al nostro futuro. Li definiscono ‘italiani di seconda generazione’.

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Le minacce e la rapina a quei ragazzini arrivati fin lì con la speranza di vedere i loro trapper preferiti. Poi la rivolta contro la polizia per allontanare gli agenti del quartiere. Ennesima giornata problematica quella di lunedì a San Siro, zona che da tempo fa i conti con micro criminalità e degrado.

Stando a quanto appreso, tutto è iniziato verso le 16.30, quando quattro giovani di Verona – due fratelli di 16 e 18 anni, un cugino 18enne e un loro amico 16ennne – si sono “spinti” in via Zamagna per vedere la strada dove sono di casa alcuni dei loro trapper di riferimento. In pochi attimi, però, i quattro sono finiti nel mirino di più di dieci giovanissimi – descritti tutti come minorenni -, che li hanno accerchiati e aggrediti per rapinarli.

A quel punto, uno dei due fratelli – il 16enne – è riuscito a fuggire ed è entrato in un bar poco distante per chiedere aiuto. Lì, stando a quanto finora ricostruito dalla polizia, un italiano di mezza età si sarebbe offerto di riaccompagnarlo in Zamagna per dare manforte a lui e agli amici. Arrivato in via Gigante, però, il ragazzo sarebbe stato spinto a terra e rapinato di felpa, scarpe e iPhone dall’uomo, che è poi fuggito. In soccorso del giovane è arrivato un secondo uomo, che invece gli ha davvero dato una mano e ha allertato la polizia.

Alla fine gli agenti hanno rintracciato gli altri tre veronesi in piazzale Lotto: il 18enne, l’altro fratello, era stato rapinato di caricabatterie e AirPods, al 16enne erano stato portati via gli occhiali da sole, mentre il cugino 18enne era riuscito ad allontanarsi indenne. Proprio mentre i poliziotti identificavano i quattro e raccoglievano la loro versione dei fatti, le vittime hanno riconosciuto poco distante alcuni dei rapinatori, che sono così stati fermati dagli agenti e, effettivamente, trovati in possesso delle cuffie e degli occhiali.

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I baby banditi – 14, 15 e 16 anni, tutti italiani di seconda generazione residenti in zona – sono quindi stati caricati nella volante per essere accompagnati in questura ma in quel momento è arrivato il fratello del 15enne, un ragazzo di 20 anni, che ha subito aizzato la folla contro gli uomini in divisa. Dopo qualche attimo di tensione, con la polizia costretta a fronteggiare più di cinquanta giovanissimi aggressivi, la situazione si è risolta. I tre sono stati indagati con l’accusa di rapina aggravata, mentre il 20enne deve rispondere dell’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

Una piccola folla di giovanissimi accerchia una Volante della polizia. A poca distanza c’è una seconda auto con la stessa livrea e le sirene, sempre circondata da ragazzi. Scena immortalata dall’alto ieri pomeriggio al quartiere San Siro, tra piazzale Selinunte e via Zamagna, e poi apparsa su Instagram. “Abbiamo avuto paura”, sottolineano alcuni residenti dei palazzi attorno, in un quartiere che non è nuovo a episodi di questo tipo. Anzi. Basti ricordare il precedente di aprile dello scorso anno, quando circa 300 ragazzi si erano riuniti, nonostante il divieto di assembramento, per assistere e partecipare alle riprese del video dei rapper Neima Ezza e Baby Gang e scatenando una guerriglia all’arrivo della polizia. Stavolta niente sassi né bottiglie scagliati contro le divise ma “anche solo vedere la massa di ragazzi attorno alle auto della polizia ci ha fatto allarmare”, commentano gli stessi abitanti. Stando a quanto risulta al momento, le forze dell’ordine sono intervenute nel quartiere di San Siro per una rapina. E le Volanti sono tutte rientrate, hanno fatto sapere in serata da via Fatebenefratelli.

Stando a quanto ricostruito, la storia è iniziata attorno alle 16.30, quando quattro ragazzini – due fratelli di 16 e 18 anni, un cugino di 18 anni e un altro amico sedicenne, tutti residenti in provincia di Verona – si sono ritrovati in via Zamagna, probabilmente per fare un giro nel quartiere di riferimento della galassia rap milanese. All’improvviso sono stati accerchiati da un gruppo di minorenni e rapinati; uno di loro, il maggiore dei fratelli, è riuscito a scappare e a rifugiarsi in un bar, ma lì ha incontrato un uomo, che lui ha descritto come un italiano sui 50 anni, che prima l’ha rassicurato e poi l’ha rapinato di felpa e scarpe griffate in via Gigante. Il ragazzo ha poi incrociato un trentacinquenne, che gli ha dato davvero una mano e ha chiamato la polizia. Gli agenti delle Volanti hanno raccolto la testimonianza del diciottenne e sono riusciti a rintracciare il fratello minore e l’amico, che nel frattempo si erano spostati in piazzale Lotto.

Qualche minuto dopo, i ragazzi derubati hanno riconosciuto i loro aggressori e li hanno indicati alla polizia. Così gli investigatori hanno perquisito i tre, rispettivamente di 14, 15 e 16 anni, ritrovando gli auricolari e gli occhiali da sole rubati poco prima. Finita? No, perché a quel punto è arrivato il fratello di uno dei tre controllati, che ha cercato di impedire che gli agenti portassero in Questura i tre presunti baby rapinatori e ha incitato gli altri presenti a fare lo stesso. È stato quello il momento di massima tensione, con una cinquantina di persone attorno alle auto della polizia per ostacolare l’operato della polizia. Alla fine, l’intervento di altri equipaggi ha riportato la calma, e i tre minorenni, tutti nati in Italia da genitori di origine nordafricana, e il fratello di uno di loro, ventenne, sono stati denunciati.

Ma perché la folla di giovanissimi le ha accerchiate? Francesco Giani, capogruppo Lega in Municipio 7, che ha postato i filmati sul suo profilo Instagram (gli stessi video poi apparsi pure su Milanobelladadio) spiega al Giorno che “le Volanti della polizia sono interventue in strada e, mentre gli agenti stavano controllando una persona, non so se con l’intento di accompagnarla in Questura per accertamenti o di arrestarla, dai palazzi attorno sono scesi diversi ragazzi che hanno ostacolato le operazioni bloccando fisicamente un’auto con le biciclette. Altri, attorno, stavano immobili per impedire le manovre. Sembrava il preludio di una nuova rivolta”, che fortunatamente non è avvenuta.

Un mese fa, un nuovo custode dell’Aler, Giuseppe, 54 anni, era stato aggredito in via Zamagna nel suo primo giorno di lavoro. “Sono stato preso a bottigliate senza alcun motivo. Ho rischiato la vita per 7 euro l’ora, senza aver fatto torti a nessuno”, raccontava. A prenderlo di mira era stato un gruppo di ragazzini tra i 15 e i 16 anni, immigrati di seconda generazione, nati in Italia da genitori nordafricani. Mentre a Gratosoglio, lo scorso giovedì, a creare problemi era stato un raduno clandestino in strada di 50 scooter che, come uno sciame di api impazzite, si erano riversati sulla carreggiata di via Dei Missaglia per girare il video musicale del collettivo rapper Group5 creando disagi alla circolazione non solo per la presenza delle decine di motorini ma anche per l’accensione di fumogeni. Il gruppo è stato intercettato dalla polizia di Stato, che sapeva dell’appuntamento grazie al monotoraggio dei social, e che con le Volanti ha disperso la folla motorizzata.




2 pensieri su “🚨RIVOLTA ISLAMICA A MILANO, CINQUANTA FIGLI DI IMMIGRATI ASSALTANO AUTO POLIZIA: “NON POTETE ARRESTARCI””

  1. Presto costoro non si limiteranno a creare dei ‘blocchi’ in bicicletta, ma faranno come in Svezia, in Francia, e infine a Gaza e Gerusalemme. Oltre quel livello, c’è il Libano, ed infine la presa di possesso del territorio. Vale la pena ricordare, soprattutto agli incoltissimi pseudolaureati in sociologia delle migrazioni africane, che il medioriente non è ‘arabo’ perché così lo ha creato Dio, o qualche altra entità in cui credono, il destino o il caso, non lo so. E’ arabo perché fu conquistato manu militare, e poi colonizzato e scristianizzato e arabizzato poco a poco.
    Fino al VII secolo era quello, proprio il medioriente, il cuore pulsante della cristianità, non certo Roma o l’Italia, o le Gallie, o la Britannia, ancora in larga parte pagane nelle campagne.

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