Migranti non ripagano l’accoglienza: “Non siamo qui a lavorare”

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“Solo il 5% di chi viene in Italia è veramente un profugo. Non sono gli “ultimi degli ultimi” visto che pagano migliaia di dollari per il viaggio e i documenti falsi”. Così la ricercatrice Anna Bono, già docente di storia e istituzioni dell’Africa all’Università di Torino, che nel suo libro smonta alcune delle più diffuse fake news sull’immigrazione clandestina.

“Profughi? Quasi nessuno – spiegava in una intervista a Daniele Capezzone sul quotidiano La Verità -. Il Ministero dell’Interno aggiorna mese per mese i dati dei richiedenti asilo. Tutti quelli che arrivano fanno domanda perché è l’unico espediente per non essere respinti subito. Di tutta quella massa di domande ne sono andate a buon fine percentuali tra il 5 e l’8%. Tutti gli altri sono migranti economici”.

“Non sono gli “ultimi degli ultimi”. Trattandosi di viaggi clandestini il 90% si affida a organizzazioni criminali e quindi chi si imbarca deve essere in grado di raccogliere migliaia di dollari per garantirsi i servizi dei contrabbandieri. Non tutti possono permettersi quelle cifre, quindi non sono necessariamente così poveri”.

Bisogna aiutare di più i governi africani? No. “Li si aiuta già tanto, c’è una sorta di piano Marshall ogni anno. L’Africa è il continente più assistito sia in termini di aiuti umanitari che di cooperazione allo sviluppo. Ma il problema è che una parte di significativa di quel denaro non va a buon fine, tra corruzione dei governi e tribalismo che si alimentano reciprocamente”. Serve allora un cambio di paradigma. “Lo sviluppo l’Africa non lo può importare. Deve sempre di più produrlo da se stessa”. Meno denaro, allora, e “più buon governo. I mezzi li avrebbero”.

“Non si tratta di disperati o di persone che vengono da villaggi remoti, ma di gente che ha qualche mezzo”.

Infine, la paura del terrorismo: “Da anni le reti terroristiche si sono inserite nel contrabbando di persone, da cui traggono risorse essenzialmente per acquistare armi. L’esistenza di queste rotte migratorie può facilitare lo spostamento prima verso l’Africa e poi verso l’Europa anche di terroristi. I militanti dello Stato islamico sconfitto in Siria e Iraq dove finiscono?”

Vox riprese i dati della ricercatrice già anni fa:

Esperta: “Non sono profughi, sono i ricchi di quei paesi”

E non solo, i dati ci dicono che inviare aiuto è inutile. Ci dicono anche che è sbagliato: più soldi inviamo, più ne avranno a disposizione per pagarsi i viaggi verso l’Europa. Già esiste il lucroso fenomeno dei ‘prestiti’ che alcune ong fanno con i nostri soldi per agevolare le partenze ai clandestini!

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Non partono i poveri, partono i giovani cadetti delle classi medie in cerca di fortuna. Spesso se non quasi sempre illegale.

ESPERTA DENUNCIA: “SBARCANO TUTTI MASCHI BENESTANTI, NESSUNO FUGGE DA GUERRA”

Molti di loro, infatti, non vengono nemmeno a lavorare. Né hanno intenzione di ripagare l’accoglienza.

Come nel famoso caso dei 24 richiedenti asilo ospiti a Zone, Brescia. Di loro, nessuno, ha in questi anni accettato di dare una mano a pulire i sentieri.

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E così il sindaco Marco Zatti, molto arrabbiato, perché molto deluso, prima scrisse una lettera al prefetto di Brescia Annunziato Vardè e poi prese pala, piccone e rastrello e se ne andò lui stesso a sistemare il percorso più frequentato del paese.

Ad aiutarlo, due volontari, suoi concittadini: Alessio Marchetti, 18 anni, studente, e Andrea Sina, in mobilità sino a qualche mese prima e in attesa di andare in pensione.

“Dal 24 giugno al primo luglio illuminiamo le piramidi d’erosione- raccontava il sindaco Zatti -. In preparazione di questo evento, la scorsa settimana ho incontrato i richiedenti protezione internazionale domandando loro di rendersi disponibili a collaborare. Lì per lì mi han chiesto tempo per pensarci. Poi la risposta: non siamo venuti qui per lavorare…”

Insomma, partono quasi ricchi e vengono a farsi mantenere.




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