Senegal protesta arresto dell’abusivo: «Bloccato come George Floyd», prefetto e sindaco ricevono ambasciatore

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Gli africani, ovunque vengano ospitati, fanno del vittimismo la loro arma preferita. Non solo parassitano l’Italia vendendo merce abusiva ai lati delle vie, rendendo le nostre città lo schifo che sono diventate, ma protestano anche se qualcuno li arresta e non si lascia pestare.

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Le comunità senegalesi in Toscana, per protestare contro il trattamento di un loro connazionale da parte della polizia municipale fiorentina, un venditore abusivo gettato a terra e preso per il collo da due vigili, organizzeranno per sabato una manifestazione cittadina: «La manifestazione si farà di sicuro, il percorso è ancora da decidere, ma chiederemo di partire da Santa Maria Novella e di arrivare a Ponte Vecchio, dove è avvenuto il fatto», spiega Diop Mbaye portavoce dei coordinamenti toscani dei senegalesi. Ieri, a Firenze, è arrivato da Roma l’ambasciatore senegalese Papa Abdoulaye Seck: «Sono venuto per incontrare le autorità della città: il sindaco, il prefetto, il comandante della polizia municipale per parlare di quel che è successo a un senegalese, vittima di un fatto inumano, di una gravità estrema — ha detto al nostro giornale — Sono venuto a protestare vigorosamente, affinché non accada mai più. Questo significa che dovrà essere fatta piena luce su questo caso e che andranno puniti gli autori del gesto. Le autorità fiorentine mi hanno ascoltato e il sindaco mi ha assicurato che farà partire un’inchiesta amministrativa per completare l’inchiesta giudiziaria. Credo che sarà fatta trasparenza».

Gli autori del video, che hanno ripreso il fermo del senegalese da parte degli agenti della municipale, hanno presentato un esposto in Procura sul fatto avvenuto martedì. E mentre Palazzo Vecchio spiega che l’abusivo avrebbe aggredito i vigili prima dell’inizio delle riprese, Mamadou Sall della comunità senegalese fiorentina smentisce: «Il ragazzo presenterà denuncia — dice — Lui non ha aggredito nessuno, ha 22 anni, è un ragazzino spaventato, non ha avuto neppure il coraggio di dire quel che è successo alla sua famiglia». Il giovane, che ieri ha incontrato l’ambasciatore, ha raccontato di avere ancora dolore al collo. Parla a malapena l’italiano, persino il francese (che in Senegal è lingua ufficiale), parla solo lo Wolof, la lingua locale: «Nel video gridava in Wolof — spiega Sall — Diceva “aiuto”, diceva “sto soffocando, sto facendo Ramadan”». Il Ramadan, ora in corso, impone ai fedeli musulmani di non mangiare né bere dall’alba al tramonto. Il fatto è avvenuto in lungarno degli Acciaiuoli, esattamente davanti al Caffè dell’Oro, a due metri dal dehors. Ma nel locale la responsabile di turno ieri pomeriggio si è chiusa a riccio: «Mi dispiace, non la posso aiutare: non c’è niente da dire».

Il ‘ragazzino spaventato’ se ne torni in Africa a vendere la sua robaccia. Non solo non chiedono scusa, ma si lamentano anche. E le sedicenti autorità italiane, invece di mandarlo dove si merita, dal sindaco al prefetto, incontrano l’ambasciatore senegalese.




6 pensieri su “Senegal protesta arresto dell’abusivo: «Bloccato come George Floyd», prefetto e sindaco ricevono ambasciatore”

  1. “…vittima di un fatto inumano, di una gravità estrema…”: quanta ridicolaggine in queste affermazioni. Enfatizzano la cosa perché hanno manie di vittimismo. O quantomeno, fanno le vittime strumentalizzando la loro appartenenza razziale e per gridare subito al “razzismo”.

    Il vero problema è proprio il contrario, ovvero che il “razzismo” in Italia non c’è. Perché se ci fosse, non avremmo neppure un ne(g)ro tra i piedi e invece ogni anno che passa sono sempre più numerosi. Ormai ci prendono per il culo proprio grazie al buonismo, si sono presi la mano con tutto il braccio, e di conseguenza fanno vittimismo a go-go.

  2. Fate un bel paragone mentale fra i musulmani che servono la Russia e gli stronzi nebri che abbiamo noi. Non è una questione di religione: è una questione di nebri.

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