Sbarcano a Lampedusa e stuprano mamma e bambino. Bergoglio: “Preghiamo per chi sbarca”

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“Aiutaci a riconoscere da lontano i bisogni di quanti lottano tra le onde del mare, sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta”: così il Papa ha pregato per i clandestini nella Grotta di San Paolo a Rabat.

Non parti, non paghi gli scafisti per venire a spacciare o farti mantenere e non sbatti sulle rocce.

“Fa’ che la nostra compassione non si esaurisca in parole vane, ma accenda il falò dell’accoglienza, che fa dimenticare il maltempo, riscalda i cuori e li unisce”, è la solita cantilena di Bergoglio per i presunti 90 clandestini affondati ieri in Libia.

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Sbarcano e poi:

I due stupratori tunisini di mamma e figlio sbarcati a Lampedusa e accolti in hotel




11 pensieri su “Sbarcano a Lampedusa e stuprano mamma e bambino. Bergoglio: “Preghiamo per chi sbarca””

  1. GESÙ CRISTO del povero fece un unico ed eclatante esempio tale Lazzaro!….
    un povero che seduto non imprecava non parlava non chiedeva…. ma aspettava
    Tale deve essere il povero : non può chiedere e non può insistere con le sue pretese, deve tacere ed aspettare poiché nulla gli e’ dovuto nella libertà reciproca tra gli uomini.
    bergoglio dovrebbe imparare il catechismo elementare
    Dio non ci obbliga a mantenere i parassiti, perché non tollera parassiti, non ci obbliga a mantenere i molestatori, perche’ non e’ permesso molestare il prossimo

    a tutti e’ stato detto : e tu uomo mangerai il pane proveniente dal sudore della tua fronte,
    africani compresi, a nessuno è permesso oziare e pretendere che altri lavorino per noi stessi
    Nulla loro dobbiamo
    Parimenti Nulla dobbiamo a bergoglio, sia piu’ umile e meno molesto.. chieda meno, e non chieda per i parassiti.!

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