Negli ultimi dieci anni sono sbarcati quasi un milione di clandestini.
Da gennaio 2022 ad oggi sono arrivati nel nostro Paese 6.832 clandestini.
I numeri sono allarmanti se solo si pensa che quando c’era Salvini, nel 2019, nello stesso periodo ne sbarcarono poche centinaia. Già lo scorso anno, nel 2021, gli sbarchi erano tornati a livelli record.
Stando ai dati relativi agli ultimi dieci anni elaborati dall’Ispi, si nota come l’emergenza sbarchi sia dipesa dalla destabilizzazione voluta da chi controlla i governi occidentali dopo il 2011.
Il primo picco di arrivi è stato nel 2011, anno delle primavere arabe e dell’intervento militare in Libia. Poi una situazione critica si è registrata nel 2014, con la seconda guerra civile in Libia. Non perché fuggissero i libici, ma perché i clandestini subsahariani sfruttavano la destabilizzazione per entrare in Libia e poi imbarcarsi.
Il punto minimo dopo l’arrivo di Matteo Salvini al Viminale col governo Conte I nel periodo 2018-2019. Per poi riprendere a salire con l’arrivo di Lamorgese e il PD.
E questo nonostante il grafico inventi il Covid come effetto di aumento degli sbarchi e tenti di manipolare la curva con una media invece di utilizzare i numeri effettivi anno dopo anno.
Infatti, quando il primo giugno 2018 il leader della Lega divenne ministro dell’Interno gli sbarchi degli ultimi dodici mesi erano 52.194; mentre alla fine del suo mandato – 5 settembre 2019 – il numero era sceso a 8.428. Con l’arrivo del ministro Luciana Lamorgese nel Conte II, però, i numeri sono tornati a salire: gli arrivi dei migranti sono triplicati fino a raggiungere i 27.775 nel suo primo anno e oltre 34mila lo scorso. Quest’anno punta ad un nuovo record.
Io mi sento invaso eccome. Troppi ne(g)ri vedo in giro.
Siamo in una situazione molto più catastrofica di quella del IV e V secolo, perché nel basso impero non esisteva l”’antirazzismo”.
I poveri sono rovinati, le vedove gemono, gli orfani vengono calpestati, a tal punto che molti di loro, di non oscuri natali e di raffinata educazione, si rifugiano presso i nemici, per non morire sotto i colpi della pubblica persecuzione, e cercano presso i barbari l’umanità romana, giacché non possono sopportare presso i Romani la barbara inumanità. E, sebbene siano diversi per usanze, siano diversi per lingua e anche, per così dire, per il fetore che emana dai corpi e dalle vesti dei barbari, preferiscono tuttavia dover sopportare tra i barbari una profonda differenza di costumi, piuttosto che tra i Romani una terribile ingiustizia. Perciò, un po’ alla volta, emigrano verso i Goti o i Bagaudi, o verso altri territori dominati dai barbari.
Salviano di Marsiglia, Il governo di Dio, 7, 6.
Oggi chi mai oserebbe dichiarare pubblicamente che i ne,gri e gli arabi sono puzzolenti.