Italiani a rischio estinzione. Il piano criminale della sinistra: aborto, porti aperti e ripopolamento

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Ogni crisi locale è l’occasione per i progressisti di inondare l’Italia di stranieri. Gli ucraini sono solo gli ultimi, e i meno dannosi – ma comunque dannosi oltre un certo numero – della lista.

Vogliono un genocidio con altri mezzi. Il mezzo è l’immigrazione. Prima hanno preparato il campo con leggi assassini e criminali come l’aborto: hanno creato un vuoto e poi l’hanno riempito.

I pervertiti, i cuckold dell’accoglienza, esaltano il ‘meticciato’. Vescovi, presunti intellettuali e politici.

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E’ un progetto genocida. L’equivalente moderno della Conferenza di Wannsee. Solo che, questa volta, i nuovi nazisti, l’élite corrotta al potere, non mira alla soluzione finale contro un popolo, ma contro tutti i popoli. Non più attraverso lo sterminio, ma attraverso il ‘meticciato’.

Siamo in presenza non, di un progetto politico, ma di una nuova religione, unica e globale, che non mira più soltanto alle anime, ma anche all’identità biologica dell’individuo. Non vuole convertire, come tutte le religioni monoteistiche mirano naturalmente a fare, ma mutare l’individuo sul piano biologico: in modo che non possa esserci più alcuna resistenza alle Globalizzazione.

Il loro obiettivo, e si può intravedere anche nei finanziatori delle Ong come Soros, è la creazione di una umanità senza identità. Una massa ‘marrone’ razzialmente indistinta, sessualmente confusa e quindi intellettivamente incapace di ribellarsi. Ma attenzione: loro, l’élite, non si mischieranno. Rimarranno razzialmente puri e domineranno, come da secoli avviene in Sudamerica, una società globale mulatta.

Devono essere fermati. Tutti i popoli devono ribellarsi a questa Soluzione Finale. Non è una semplice battaglia politica, è una guerra all’ultimo sangue per la nostra esistenza.




9 pensieri su “Italiani a rischio estinzione. Il piano criminale della sinistra: aborto, porti aperti e ripopolamento”

  1. Il meticciamento ha anche questa conseguenza: rendere irreversibile la condizione di massima vulnerabilità, la condizione di apolide, la stessa condizione in cui e per cui gli ebrei sono stati annientati.

    Non sappiamo con esattezza cosa accada nelle valli della morte naziste, né quanti ebrei siano già stati massacrati […] Non sappiamo nemmeno se la vittoria della democrazia, della libertà e della giustizia troverà in Europa nient’altro che un immenso cimitero ebraico, in cui sono sparpagliate le ossa della nostra gente […] Noi siamo l’unico popolo del mondo di cui è permesso, in quanto nazione, liberamente versare il sangue […] Unicamente i nostri figli, le nostre donne […] e i nostri anziani vengono messi da parte per destinare loro un trattamento speciale, per essere sepolti vivi in fosse scavate da loro stessi, per essere arsi nei crematori, per essere strangolati o uccisi da mitragliatrici […] ma per un’unica colpa: […] perché gli ebrei non hanno alcuno peso politico, non hanno un esercito ebraico, non dispongono di un’indipendenza ebraica né di una patria […] dateci il diritto di combattere e morire da ebrei […] noi rivendichiamo il diritto […] a una madrepatria e all’indipendenza. Quanto ci è accaduto in Polonia, Dio non voglia, ci accadrà nuovamente in futuro, e tutte le nostre vittime innocenti, decine di migliaia, centinaia di migliaia e, forse, milioni, sono l’olocausto di un popolo senza una patria […] Noi chiediamo una patria e l’indipendenza (1).

    (1) Discorso di Davìd Ben-Gurion dinanzi a una sessione speciale dell’Assemblea Nazionale del 30 novembre 1942, file J/1366, Central Zionist Archives, Gerusalemme.

    1. Ovunque gli Ebrei giungessero, sconosciuti, subivano violenze improvvise, ineluttabili e gratuite perché privi delle protezioni vitali che solo la patria può garantire.

      L’APOLIDIA È L’ANNIENTAMENTO.

    2. Paradigma A. Auschwitz rappresenta l’indicibile orrore delle donne e degli uomini ebrei, indifesi e ignudi, costretti a veder morire i propri figli, senza poter impugnare un’arma per difenderli.
      Paradigma B. Auschwitz rappresenta l’indicibile orrore dei soldati tedeschi che usano la propria forza contro altri, supportati esclusivamente dalle opinioni del loro governo circa i diritti e gli interessi nazionali.
      […]
      Paradigma A. Israele rappresenta donne e uomini ebrei, dotati di armi, che sorvegliano e proteggono i loro bambini e, con loro, tutti i bambini ebrei. Israele è l’opposto di Auschwitz.
      Paradigma B. Israele rappresenta l’indicibile orrore dei soldati ebrei che usano la loro forza contro altri, esclusivamente in ragione delle opinioni del loro governo circa i propri diritti e interessi nazionali. Israele è Auschwitz.

      Yoram Hazony, Le Virtù del Nazionalismo, Guerini e Associati, 2019, pagine 288-9.

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