Questo significa che circa 8mila in tutta Italia arrivati nell’ultimo mese sono positivi. Bombe ad orologeria che possono essere o diventare infettivi da un momento all’altro. Migliaia di questi sono bambini. E li mandano anche nelle scuole.
La tubercolosi (TBC) – descrive il Ministero della Salute – è una malattia infettiva causata dal Mycobacterium tuberculosis un batterio gram positivo, detto anche Bacillo di Koch, dal nome dello scienziato che lo scoprì nel 1882. Se ne distinguono 5 varietà: umano, bovino, aviario, murino, degli animali a sangue freddo; di queste solo le prime 2 hanno importanza nella patologia umana. La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo. In Italia, come in molti altri paesi industrializzati, la tubercolosi è una patologia relativamente rara, l’incidenza è inferiore a 10 casi/100.000 abitanti, soglia entro la quale un Paese è definito dall’OMS “a bassa endemia”.
La tubercolosi si trasmette per via aerea, a causa dell’esposizione al bacillo presente nelle goccioline di saliva o di secrezioni bronchiali, prodotti da persone con tubercolosi della laringe o polmonare, attraverso colpi di tosse o starnuti. La trasmissione può avvenire solamente da persone con TB attiva.
Il periodo di incubazione (tempo intercorso tra l’infezione e i primi segni di malattia) va dalle otto settimane a tutta la vita.
La tbc era già tornata in Italia molto tempo fa, con i primi nordafricani, è normale che più disperati infetti arrivano, più sono le possibilità che dilaghi. Anche se dicono che le carestie sono un pericolo imminente non è per niente vero: ci siamo dentro sino al collo! In passato la tbc non era appannaggio delle classi poco abbienti, anche i componenti delle famiglie benestanti morivano di mal sottile, credo che una delle concause fossero le case ampie e mal riscaldate. I caminetti necessitano di una continua alimentazione, di notte si spengono per lasciare stanze gelide al risveglio.
Oggi per fortuna ci sono caldaie a legna che hanno una discreta autonomia da integrare al semplice camino, ma con la crisi bisogna vedere se tutti saranno disposti a spendere 10mila euro per un nuovo impianto.
Io credo che sia un investimento indispensabile per levarsi definitivamente il gas di torno.
Tutto sensato. E per concorrere al risparmio energetico, buttare nel termovalorizzatore il 95% della classe politica, della magistratura, e dello ‘stato profondo’. Allora, ci sarebbero le basi per ricominciare.