Il governo ucraino vuole vietare il traffico umanitario di bambini all’estero che anche molti ‘umanitaristi’ italiani stanno andando a razziare. Secondo Kiev ci sono molte zone dell’Ucraina sicure dove possono stare.

“Il governo ucraino ha emanato un decreto legge che complica un po’ il percorso per i bambini che dovrebbero raggiungere l’Italia”. Lo annuncia in un video postato su Facebook il deputato e coordinatore sardo di Forza Italia Ugo Cappellacci, presidente della sezione ucraina dell’Unione Interparlamentare, che, insieme al console ucraino in Sardegna Anthony Grande si trova in Romania per una nuova missione per portare 30 profughi (26 bambini e 4 mamme) in salvo dal Paese in guerra.

“Ho sentito la nostra referente del ministero degli esteri che sta appunto accompagnando questi bambini al punto di incontro alla frontiera con la Polonia e mi ha spiegato che questa notte il governo ha emanato un decreto legge urgente che impone una verifica sulla possibilità di trovare accoglienza per i piccoli in un posto sicuro dell’Ucraina prima di affidarli all’estero – spiega Grande nello stesso video – fino a ieri sapevamo che vi erano dei territori tranquilli ma in questo momento è giunta la notizia che stanno bombardando nel provincia di Leopoli. Comunque visto che non sono state emanate ancora le norme attuative sembra che forse questo gruppo di bambini riusciranno comunque a consegnarlo“.

Nel video sia Cappellacci che Grande spiegano che c’è già un nuovo gruppo di 40-50 persone in partenza per il confine e che, come per i 30 già in lista, vorrebbero fare arrivare in Italia.

Consegnarlo. Siamo in presenza di razziatori di bambini che con la scusa della guerra vogliono portare via il futuro di un Paese.

E’ vergognoso che questi politici vadano a prendere masse di persone in Paesi sicuri come la Polonia e la Romania per portarle in regioni italiane economicamente depresse dove si stanno verificando razzie di supermercati per il caro benzina. Sono completamente folli.

Questa è Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina:

A parte la base Nato lì e in due terzi del Paese non c’è alcun conflitto.