E’ ormai chiaro che il comico sta cercando una via d’uscita che non sia la totale disfatta. Molto difficile, a questo punto, visto che quando l’orso si muove deve finire il lavoro.
Vice capo gabinetto del presidente: “Zelensky non teme di affrontare qualsiasi punto dell’agenda. Ovviamente in maniera decisa e senza alcun ultimatum”
Ucraina-Russia, “noi vogliamo fermare la guerra e quindi siamo disposti per i negoziati pacifici. Il presidente dell’Ucraina è disposto a negoziare pacificamente con Putin. E non teme di affrontare qualsiasi punto dell’agenda. Ovviamente in maniera decisa e senza alcun ultimatum”. Lo comunica Andrii Sybiga, vice del capo dell’ufficio del presidente Zelensky.
Putin oggi l’ha ribadito: resa, smilitarizzazione e neutralità. Riconoscimento di Crimea e Donbass come territori russi. Ma dopo avere mosso le truppe è difficile che rinunci al resto dell’Ucraina orientale almeno come presenza militare.
Parliamoci chiaro, se si arrende, cosa che dovrebbe fare, per il bene dell’umanità stessa, poi dovrebbe dimettersi. Gli ambienti nazionalisti da 8 anni preparano il popolo e lo galvanizzano, se cede poi deve dimettersi.
E demilitarizzazione vuol dire, in sostanza, scioglimento delle unità paramilitari neonaziste e nazionaliste, probabilmente verrà chiesto conto anche di chi si è macchiato di crimini contro la minoranza russa. Forse Putin dovrebbe alleggerire questa richiesta, sebbene i separatisti vogliano, giustamente, vendicarsi di quei delinquenti.
Ponti d’oro a chi fugge, se non lasci via d’uscita, potrebbe tentare di resistere fino all’ultimo compiendo gesti folli. E poi, per i più compromessi, se proprio lo desiderano, c’è il metodo che impiegò il kgb con Bandera, Putin dovrebbe saperlo bene.