Soprano russa schiaffeggia Sala e lascia Scala: non denuncio la mia Patria

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E’ indecoroso chiedere l’abiura ad artisti o lavoratori.

Dopo il direttore d’orchestra Valery Gergiev, impegnato nei giorni scorsi sul prestigioso palco per la Dama di Picche di Cajkovskij, anche la soprano Anna Netrebko ha cancellato tutti i suoi prossimi impegni: a partire dalla Scala. E dall’Adriana Lecouvreur, per cui avrebbe dovuto essere in scena insieme al marito, il tenore azero Yusif Eyvazov, e con la regia di David McVicar.

E tanto per chiarire come la pensa, l’artista ha postato su Instagram una sua foto accanto al maestro Gergiev, il direttore d’orchestra suo connazionale, che il sindaco Sala ha silurato dopo che il professore non ha risposto all’ultimatum con cui gli si richiedeva una abiura del presidente Putin. E una ferma condanna dell’invasione dell’Ucraina.

Una ritrattazione solenne che neppure la soprano russa Anna Netrebko si è dimostrata incline a pronunciare, annunciando contestualmente la sua decisione di sospendere momentaneamente l’attività artistica. E da subito, dai prossimi impegni in agenda: Scala di Milano compresa. «Questo non è per me il momento di fare musica e di salire in palcoscenico – ha spiegato l’artista, con riferimento implicito alla guerra fra Russia e Ucraina –. Ho quindi deciso per il momento di fare un passo indietro dai miei impegni artistici». Così recita la dichiarazione ufficiale con cui l’artista ha declinato l’invito milanese in calendario. Aprendo però a una lettura tra le righe che rimanda inevitabilmente a un’altra sua dichiarazione social…

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In un altro lungo post di qualche giorno fa, infatti, la star mondiale della lirica ha sostenuto: «Non è giusto costringere un’artista a dare voce alle proprie opinioni politiche e a denunciare la sua patria. Prima di tutto: sono contraria a questa guerra. Sono russa e amo il mio Paese, ma ho molti amici in Ucraina. E la pena e il dolore ora mi spezza il cuore. Voglio che questa guerra finisca, e che la gente possa vivere in pace. Questo è ciò che spero e per cui prego. Ma come molti dei miei colleghi, io non sono un politico. Non sono un’esperta di politica. Sono un’artista e il mio scopo è unire le persone divise dalla politica». Il riferimento, neanche tanto tra le righe, corre al caso del maestro Gergiev “sollevato” dagli obblighi contrattuali con la Scala…

E così, dopo il giallo su una presunta indisposizione sia della soprano che del marito tenore. Attenuatesi le polemiche sull’incidente diplomatico che ha coinvolto il collega e connazionale professore d’orchestra, la Nebretko conferma che la sua decisione è definitiva. E aggiunge: «È una decisione estremamente difficile per me ma so che il mio pubblico potrà capirla e rispettarla». Il Teatro alla Scala, invece, comunicherà i dettagli della produzione domani, nel corso di una conferenza stampa.

Alla fine Sala trasformerà la Scala in un locale trap per i suoi amichetti nordafricani.

Secondo noi Sala è affetto da long covid.




5 pensieri su “Soprano russa schiaffeggia Sala e lascia Scala: non denuncio la mia Patria”

  1. Non avete sentito quella del corso su Dostoevskij della Bicocca cancellato per “non creare inutili polemiche”?

    Libri, sempre bruciare quelli belli degli altri e sempre lamentarsi perchè più di 80 anni fa ti hanno bruciato i depliant del cambio di sesso di tuo cugino.

I commenti sono chiusi.