Contagio rimane stabile e quasi duemila morti in 7 giorni. Draghi: “Grande successo”, ma green pass resta dopo 31 marzo

Vox
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Sono 49.040 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia oggi, 23 febbraio 2022, secondo i dati e i numeri Covid – regione per regione – del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute.

Si registrano altri 252 morti, praticamente gli stessi dello scorso mercoledì, quando erano stati 278.

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Tutto il presunto calo dei contagi è, in realtà, fittizio: crollano i tamponi. Sono infatti 479.447 i tamponi molecolari e antigenici. Mercoledì scorso erano stati 555.080. Negli ultimi 7 giorni (17-23 febbraio) il tasso di positività medio è stato dell’ 11%, praticamente identico rispetto alla settimana precedente (10-16 febbraio).

Negli ultimi 7 giorni (17-23 febbraio) ci sono stati 1.802 decessi, in lieve diminuzione del -12,8% rispetto alla settimana precedente (10-16 febbraio).

Sono 81 i nuovi ricoveri in terapia intensiva registrati in Italia nelle ultime 24 ore, mentre lo stesso giorno di una settimana fa erano stati 75 (+8,0%).

https://www.worldometers.info/coronavirus/country/italy/#graph-cases-daily

Ma Draghi fa finta di nulla: “Un grande successo dei vaccini”:

Stop allo stato d’emergenza dopo il 31 marzo e via il sistema di zone a colori. L’annuncio, atteso, arriva dal premier Mario Draghi a Firenze, nell’incontro con le autorità e il tessuto imprenditoriale fiorentino al Teatro del Maggio Musicale. “Il Governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento. La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese. Voglio annunciare che è intenzione del Governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo” dice Draghi.

Dal primo aprile, dunque, “non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe. Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze. Ma il nostro obiettivo è riaprire del tutto, al più presto”, mette in chiaro.

Insomma, finge che tutto vada bene, in realtà l’epidemia fa duemila morti a settimana come prima dei vaccini, e poi annuncia una finta fine dello stato di emergenza perché il green pass resterà. Tranne per ‘attività all’aperto’.

Prosegue la riduzione dei positivi, ma il parallelo calo dei test eseguiti nasconde la situazione reale. E Omicron, come dimostra il caso di Hong Kong, è in grado di generare ondate improvvise e violente. Ne parleremo dopo i principali numeri e indicatori. Nella settimana epidemiologica 12 – 18 febbraio i nuovi casi a livello nazionale sono stati 385.989 (-28,7% dai 541.508 del periodo precedente, 5-11 febbraio); media giornaliera 55.141 (da 77.358); rapporto positivi/tamponi totali (range 10,08% – 11,22% da 10,11% – 11,21%); ricoverati in area medica il 18 febbraio: 13.948 (da 16.824 dell’11 febbraio); terapie intensive il 18 febbraio: 987 (da 1.265 dell’11 febbraio) con 482 nuovi ingressi nella settimana (651 la precedente); 3.633.655 tamponi totali (-27,3% dai 5.004.567 del periodo precedente) il 74,8% dei quali di tipo antigenico rapido. Decessi settimanali 2.041 (da 2.388). L’andamento settimanale del contagio nelle prime 4 Regioni per numero di casi da inizio epidemia: Lombardia (38.995 nuovi casi, -34,6%); Veneto (35.022 nuovi casi, -32,3%); Campania (39.903 nuovi casi, -25,2%); Emilia Romagna (25.405 nuovi casi, -42,5%). Il valore di Rt istantaneo nazionale, calcolato con il metodo rapido Kohlberg-Neyman, è 0,81 (dato puntuale dell’18 febbraio) contro 0,79 dell’11 febbraio.

La reale portata del calo epidemico in Italia è difficile da valutare, perché da 5 settimane vediamo una progressiva riduzione del numero dei test eseguiti. Dapprima in modo limitato, ma nelle ultime 3 settimane con valori percentuali vicini a quelli del calo dei casi. Si tratta di un grave errore dal punto di vista epidemiologico e che purtroppo reiteriamo nel tempo (si veda l’analisi del 17 febbraio): nelle fasi di riduzione del contagio un elevato numero di test permette non solo di fotografare correttamente il calo, ma anche (grazie all’isolamento dei positivi individuati) di ridurre i rischi di una possibile ripresa epidemica. Strategia seguita, per esempio, dal Regno Unito: che continua a eseguire moltissimi test (oltre 800.000 mila di media giornaliera nell’ultima settimana); a sequenziare il materiale virale (circa 20 volte più che in Italia); a monitorare la situazione grazie a un campione statistico che permette di verificare la circolazione virale nella popolazione.

La capacità di adattamento alle situazioni di rischio, tipica della specie umana, sta condizionando la nostra percezione dell’epidemia. Le prime volte che guidiamo una macchina percepiamo un grande pericolo, quando ci abituiamo e lo facciamo ogni giorno il pensiero del pericolo viene accantonato o addirittura rimosso. Allo stesso modo abbiamo temuto una tempesta epidemica con 30.000 casi al giorno mentre oggi, in calo dal picco di quasi 228.000 (18 gennaio) 55.000 ci sembrano pochi e si parla di fine dell’epidemia. Che in realtà non è finita e potrebbe porci problemi importanti in due diversi momenti dell’anno.




5 pensieri su “Contagio rimane stabile e quasi duemila morti in 7 giorni. Draghi: “Grande successo”, ma green pass resta dopo 31 marzo”

  1. Il vero cattivo è Putin.
    Perciò se il nostro governo prolunga più di tutti lo stato di emergenza è per il nostro bene e perché ci vogliono bene. 🤡
    Alla libertà l’Italia sta stretta, la fa sentire incompresa.

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