Boldrini perde in tribunale sugli immigrati: dire che «le SUE risorse stuprano e uccidono» non è reato

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Ci mancherebbe altro. Ma in realtà la sentenza non è soddisfacente. Ne parliamo in basso.

«Desirée Mariottini, Laura Boldrini: le sue “risorse” stuprano e uccidono, ma lei va all’attacco di Salvini», aveva titolato Libero nell’ottobre del 2018, lei si era sentita offesa e aveva querelato il quotidiano allora diretto da Pietro Senaldi. In tribunale, però, l’ex presidente della Camera ha perso e la sua querela è stata rigettata: “Nessuna diffamazione”.

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Parlare di “risorse della Boldrini” a proposito di immigrati che compiono reati non ha intenti diffamatori e tanto meno significa attribuire all’ex presidente della Camera qualsivoglia responsabilità in fattacci di cronaca, stabilisce la sentenza emessa il 10 febbraio dal gup del Tribunale di Milano Natalia Imarisio, che ha deciso il non luogo a procedere nei confronti del già direttore responsabile di Libero Pietro Senaldi e del giornalista Matteo Legnani, informa oggi il quotidiano attualmente diretto da Alessandro Sallusti.

Quel titolo di Libero, che faceva riferimento al delitto della Mariottini, utilizzando l’espressione “risorse boldriniane”, visto che la Boldrini più volte aveva parlato degli immigrati, buoni o cattivi, clandestini o regolari, come “risorse” per l’Italia, aveva indotto l’attuale esponente del Pd a querelare il quotidiano. Nell’ottobre 2018 la ragazza citata nel titolo da Libero veniva stuprata e uccisa e Roma da quattro immigrati clandestini, da lì il riferimento alle posizioni politiche della Boldrini, che aveva sporto querela, ritenendo l’articolo lesivo del suo «onore» e della sua «reputazione» nonché teso a «intendere che lei stessa fosse corresponsabile della commissione del delitto oggetto del fatto di cronaca».

Il giudice: “Nessuno le ha dato la colpa del delitto”
Secondo il giudice, l’articolo è una «legittima espressione del diritto di critica politica» e «pacifico il riferimento» sia «alle posizioni da lungo espresse» dalla Boldrini «in materia di immigrazione» sia «il pensiero espresso da Legnani di vivace opposizione a tale pensiero» e le critiche alla «preferenza» accordata dalla Boldrini «ai cittadini extracomunitari a scapito dei cittadini italiani» non significa affatto, nota il giudice, ipotizzare «alcuna responsabilità penale personale, neppure sul piano di una presunta responsabilità “politica” o morale» da parte dell’ex presidente della Camera.

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Nell’articolo, il giornalista Legnani sosteneva l’inopportunità delle dichiarazioni della Boldrini. “In queste ore di choc e di pietà per Desirée Mariottini, la ex presidente della Camera (che forse quando apre bocca dovrebbe avere più rispetto per la carica che ha ricoperto in rappresentanza di tutti gli italiani) è stata tra i pochi esponenti della sinistra che abbiano avuto la stralunata idea di attaccare il ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla tragedia di San Lorenzo: ‘Anziché trasformare il dolore per la povera Desirée in un set cinematografico in diretta Facebook, il ministro Salvini lavori nel suo ufficio al Viminale e metta in campo misure concrete per la sicurezza di tutti e tutte. Io sto coi cittadini e le cittadine che non sopportano più degrado, incuria e violenza’. Buono a sapersi, da parte di una che fino a ieri voleva porte aperte a tutti gli immigrati in Italia…”.

Leggete attentamente questo:

Secondo il giudice, l’articolo è una «legittima espressione del diritto di critica politica» e «pacifico il riferimento» sia «alle posizioni da lungo espresse» dalla Boldrini «in materia di immigrazione» sia «il pensiero espresso da Legnani di vivace opposizione a tale pensiero» e le critiche alla «preferenza» accordata dalla Boldrini «ai cittadini extracomunitari a scapito dei cittadini italiani» non significa affatto, nota il giudice, ipotizzare «alcuna responsabilità penale personale, neppure sul piano di una presunta responsabilità “politica” o morale» da parte dell’ex presidente della Camera.

Quindi, dare la responsabilità politica e morale a Boldrini degli stupri e dei reati commessi dai SUOI immigrati sarebbe reato. Non ci resta che autodenunciarci.

Già è grave che qualcuno si senta anche solo in diritto di denunciare qualcuno perché esprime un giudizio politico sui suoi atti politici, ma che un giudice ritenga queste eventualità ‘reato’ ci dice che non viviamo in una democrazia. Ma in una democrazia liberale.




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