Migrante dà fuoco ad un senzatetto a Roma: “Io piscio dove mi pare”

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E’ stato ripreso dalle immagini delle telecamere: si vede l’indiano Davinder Singh (ora agli arresti) che, accendino tra i polpastrelli, si abbassa ad appiccare fuoco. Il fatto è che quel pomeriggio, ore prima di incendiare il giaciglio del senzatetto senegalese Taik, Singh ha subito un rimprovero per aver offeso il senso del pudore dei residenti. C’è stata una lite tra i due senzatetto ma la precarietà c’entra poco: «Questa è stata l’ennesima discussione con l’indiano — spiega Taik — perché lui è maleducato e ha la cattiva abitudine di urinare in piazza dei Siculi in totale libertà, senza appartarsi e noncurante delle persone che passano, anche donne e bambini».

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«Anche alle ore 16,30 del 30 gennaio (Singh,ndr) urinava davanti a tutti», continua l’homeless gentile con gli agenti di polizia incaricati di raccogliere la testimonianza. «Ricordo che nell’occasione passava una donna che conosco di vista perché abita in zona con un bambino di sette anni e un cane di taglia piccola. La situazione mi ha innervosito, per questo motivo dicevo all’indiano: “Non ti vergogni? Vai a farla lontano! Non ti vergogni a tirarlo fuori? É appena passata una donna”. Ma lui continuava a urinare…» Poi Singh afferra una sbarra e minaccia l’altro. Taik lo fissa finché l’arma non viene abbassata: «Poi prendevo la sbarra e la riponevo a terra in un punto distante. Mi mettevo a guardare sullo smartphone la partita di calcio del Senegal, ignorando gli insulti che continuava a proferirmi». Oggi Mahmoud Taik è ancora lì, sulle grate di via dei Tizii.

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Un Paese barzelletta. I buonisti credono che tenere tra noi immigrati che non hanno neanche i soldi per una casa sia una buona idea. Tra l’altro con sempre più italiani nella stessa situazione.




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