Metà immigrati non lavora, in Italia a farsi mantenere: milioni vivono di sussidi e reddito cittadinanza

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Il tasso di occupazione degli stranieri ha subito un’ulteriore significativa flessione, passando dal 61% del 2019 al 57,3% del 2020.

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In pratica quasi metà degli immigrati residenti in Italia non lavora. Viene quindi mantenuto con reddito di cittadinanza e welfare vario. E da questi numeri sono esclusi i minori, che fruttano agli immigrati assegni familiari. Ergo, oltre la metà degli immigrati non fa un cazzo e parassita il nostro welfare: perché sono in Italia? Il primo passo deve essere chiudere ai ricongiungimenti familiari, mezzo di importazione di parassiti economici e stupratori di piazza Duomo.

Lo si legge nel XXVII Rapporto ISMU sulle migrazioni 2021, presentato oggi a Milano, che segnala anche un ulteriore aggravamento della povertà, che riguarda il 29,3% degli stranieri (contro il 7,5% degli italiani) e il 26,7% delle famiglie di soli stranieri (erano il 24,4% nel 2019), pari a ben 415mila nuclei familiari.

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In pratica importiamo povertà.

La Fondazione stima che al primo gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia siano 5.756.000, 167.000 in meno rispetto al 2020 (-2,8%). Il numero degli irregolari si attesta sui 519mila, contro i 517mila dell’anno precedente. Gli stranieri rappresentano nel complesso circa il 10% della popolazione. Un vero e proprio tumore.

E metà di questo tumore potremmo asportarlo senza problemi.