Lombardia scoppia di criminali nordafricani: carceri piene di immigrati regolari

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Il risultato dell’immigrazione regolare voluta da Confindustria e Assolombarda, soprattutto dei ricongiungimenti familiari, ha l’effetto di riempire le carceri lombarde di immigrati. Le strade di sangue.

«Grave episodio sabato notte 29 Gennaio, all’Ospedale San Carlo. Un trentunenne marocchino ha dato in escandescenze, aggredendo prima il personale sanitario, poi due guardie giurate e a una di queste ha anche cercato di rubare la pistola.

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Non è un caso che si tratti di un marocchino: nelle carceri lombarde, tra i 1.552 nordafricani detenuti, i marocchini sono quelli più numerosi con 970 presenze. Seguono i tunisini con 274 unità, gli egiziani con 171, algerini 110, libici 27.

Questi continui episodi giornalieri di arresti di extracomunitari devono far riflettere chi governa Milano sulle politiche di accoglienza che ha portato avanti negli ultimi dieci anni. Parlare di un fenomeno di delinquenza extracomunitaria non vuol dire essere per forza ‘razzisti’ come vorrebbe il centrosinistra», afferma l’assessore regionale alla sicurezza, immigrazione e polizia locale, Riccardo De Corato.

«C’è un altro episodio avvenuto domenica notte 30 Gennaio, che vede protagonista un altro marocchino di 28 anni. L’immigrato ha rubato il telefono cellulare di un soccorritore dall’ambulanza che aveva trasportato in ospedale un amico ubriaco. Anche lui è stato arrestato. Vorrei ricordare che da mesi, con la scusa del rifiuto del tampone da parte degli ‘ospiti’ del Crp di via Corelli, nessuno di questi viene rimpatriato. Occorre che vengano obbligati a farli e rimpatriati: qui non ci deve essere posto per chi pensa di poter delinquere impunemente!», conclude De Corato.

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E si torna a parlare di viale Turati e stazione di Lecco. Dopo aver paragonato, pochi mesi fa, il ‘viale’ a una nuova Molenbeek, Giacomo Zamperini, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Lecco e dirigente regionale, ha detto la sua “dopo l’ennesimo episodio di violenza” registratosi nel rione di Santo Stefano, “dove una rissa ha reso necessario l’intervento della Croce Rossa e delle Forze dell’Ordine, durante il quale pare che sia il personale sanitario che gli agenti di polizia siano stati aggrediti e che i responsabili delle violenze abbiano anche tentato di sottrarre la pistola agli agenti sul posto”.

“Innanzitutto, voglio ringraziare di cuore gli agenti che sono intervenuti in questa ed in altre occasioni simili, perchè nonostante siano senza tutela e senza mezzi, spesso costretti ad operare in condizioni inaccettabili, lavorano senza tregua per proteggere la città, anche quando ciò significa rischiare in prima persona, come purtroppo sempre più volte accade – ha spiegato Zamperini -. A loro ed al personale sanitario che è stato aggredito va tutta la solidarietà mia e di Fratelli d’Italia. Spesso gli operatori del comparto sicurezza, si sentono lasciati soli dalle istituzioni, ma vogliamo rincuorarli affinché sappiano che la stragrande maggioranza dei cittadini sta dalla loro parte. È ora di finirla con il nascondere la polvere sotto il tappeto, la situazione è davvero al limite, questa è una vera e propria emergenza che i lecchesi non sopportano più come segnalato più volte dai cittadini e dai sindacati di polizia, che con compostezza lottano per difendere chi indossa la divisa. Chi ha il potere per intervenire lo faccia, a partire dal garantire la certezza della pena. Altrimenti il risultato è che gli agenti vengono aggrediti mentre fanno il loro dovere ed i responsabili tornano in libertà, spesso tornando a delinquere”.

Zamperini ha poi spostato la propria attenzione sulla situazione della Polizia Ferroviaria: “Da anni sono ampiamente sotto organico e obbligati ad operare in una sede indegna per un capoluogo, che è poco più di uno sgabuzzino senza decoro e strumentazioni. Non possiamo continuare a farli lavorare in queste condizioni. Se si ottenessero spazi maggiori e più funzionali, l’attuale sottosezione potrebbe essere elevata al rango di sezione, garantendo così l’arrivo di nuovi mezzi e di un maggiore organico; ricordo che oggi sono meno di una ventina gli agenti in servizio e devono coprire la tratta che parte da Sondrio fino ad arrivare oltre i confini della nostra provincia in direzione Milano, Bergamo e Como, una tra le più pericolose della Lombardia. Il pattugliamento straordinario effettuato con la Regione ha dato risultati, ma non basta. Insomma, bisogna investire, assumere e tutelare i lavoratori delle forze dell’ordine”.

“Faccio un esempio concreto – ha concluso Zamperini -, ma è mai possibile che dopo anni in cui si parla di fornire agli agenti il taser elettrico come strumento di servizio ed autotutela, finalmente da qualche mese sono cominciate la formazione e la fornitura, ma che per adesso solo un agente di polizia su nove possa averlo in dotazione? Diamoci una mossa e mettiamo le risorse necessarie affinché tutti gli uomini e le donne delle forze dell’ordine idonei possano ottenerlo. Occorre subito una vera e propria rivoluzione nel comparto sicurezza, compresa una riforma legislativa volta ad ottenere maggiori tutele per chi opera in situazioni di rischio, perché prevenire è meglio che curare. Servono subito nuove risorse e leggi che facciano diventare ordinario quello che oggi si ottiene solo con servizi occasionali e conseguenti a gravi fatti di cronaca. Basta tappare i buchi, ora chi comanda e chi governa si prenda le proprie responsabilità per garantire ai cittadini un giusto standard di sicurezza urbana, che può passare soltanto dal miglioramento delle condizioni di lavoro degli agenti sul campo”.




2 pensieri su “Lombardia scoppia di criminali nordafricani: carceri piene di immigrati regolari”

  1. I Milanesi hanno rieletto Yussuf Al Salah.Se lo tengano stretto per altri 5 anni.A brescia c’è il suo socio,non da meno.

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