Quindici figli di immigrati lo massacrano di botte perché è italiano

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Ancora odio razziale. I ‘nuovi italiani’ vogliono ucciderci.

Pestato da una baby gang, senza motivo, tra piazza Ascoli e viale Abruzzi. “Quei ragazzi erano in quindici, mi hanno preso a pugni sul volto e uno ha anche cercato di accoltellarmi. La mia salvezza? Un taxi. Sono riuscito a salire mentre mi inseguivano e mi sono fatto accompagnare direttamente all’ospedale. Avevo il viso gonfio e il cuore a mille”. Sergio, nome di fantasia, ha 35 anni. La notte tra sabato e domenica si è ritrovato accerchiato da un gruppo di giovanissimi mentre camminava verso un’auto del car sharing.

“Ero stato a cena fuori, in zona Porta Venezia, e stavo andando a raggiungere una macchina che avevo prenotato sull’applicazione Car2go. Era più o meno l’una di notte e io ero tra piazza Ascoli e via Tiepolo, di fronte al liceo Virgilio. Sono passato in mezzo ad alcuni ragazzi, avranno avuto tra i 16 e i 18 anni, a prima vista di origine nordafricana, che parlavano tra loro in italiano. Io li ho ignorati, andando per la mia strada, ma quattro di loro si sono staccati dalla comitiva e mi hanno seguito”. Poi, “uno mi ha spintonato e insultato. Ho pensato a un tentativo di furto ma non mi ha chiesto nulla, né ha provato a prendermi il portafoglio o il telefono. Ho cercato di allontanarmi ma ho ricevuto un pugno in pieno viso. Non ho reagito. Gli amici lo hanno dissuaso dal continuare, constatando fossi più alto e più robusto di lui. Ma si sono aggiunti altri componenti del gruppo rimasti in un primo momento in disparte, che hanno provato a sferrarmi altri pugni e calci. A quel punto mi sono messo a correre nella direzione opposta”, nell’intento di ritornare verso Porta Venezia, in un luogo più animato e con passaggio di persone.

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“Ma mi hanno raggiunto e mi hanno colpito con altri pugni. Erano in quindici ad accerchiarmi. Io per fortuna non sono mai caduto e sono sempre riuscito a divincolarmi. All’improvviso, uno di loro ha tirato fuori un coltello e ha provato a ferirmi. Ho evitato la lama per un soffio e ho raggiunto viale Abruzzi”. Sulla carreggiata, il trentacinquenne ha notato alcune auto ferme al semaforo e si è sbracciato per chiedere aiuto.

“Ma nessuno mi ha aperto lo sportello. Con il senno di poi, capisco gli automobilisti perché non potevano sapere fossi in pericolo, inseguito. Ma in quel momento ero terrorizzato, mi sembrava di essere in un film horror”. Finché ha notato un taxi, fermo. “Sono salito su quella macchina. I ragazzi sono rimasti per un po’ ad alcuni metri di distanza e poi sono andati via, anche perché nel frattempo erano arrivate altre auto. Mi sono fatto subito accompagnare dal tassista al Fatebenefratelli, dove sono stato medicato e ho rimediato quattro giorni di prognosi per trauma facciale: ho un occhio nero e un’escoriazione sullo zigomo destro, più gonfiore vicino all’occhio sinistro e sulla mandibola”. Quella notte ha raccontato l’accaduto alla polizia, direttamente in ospedale, e poi ha sporto denuncia al commissariato Garibaldi-Venezia. “Mi è andata bene . Ma vorrei mettere in guardia altre persone: non camminate mai da sole in quella zona, di notte. E chiedo anche che si organizzino controlli mirati delle forze dell’ordine”.

Quindici figli di immigrati lo gonfiano di botte




4 pensieri su “Quindici figli di immigrati lo massacrano di botte perché è italiano”

  1. Cazzone!Primo dovevi frantumare il mussulmerdino da farli cagare sotto e poi uno che usa il car sharing…ecofighetta, tienti a portata una robusta vecchietta euro 3 o meno se possibile e stirali.

  2. Fosse stato ebreo ne avrebbero parlato per giorni, individuati i colpevoli e processati mediaticamente.
    Avrebbe avuto una dignità superiore.

I commenti sono chiusi.