Il rischio ragionato di Draghi: superati i 50mila morti da quando è premier

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Si può pensarla come si vuole. I numeri raccontano una storia chiara: Draghi ha fallito. La sua politica sanitaria e vaccinale ha fallito.

Il 13 febbraio del 2021 Draghi prendeva le redini del governo con 13.908 positivi al coronavirus. Il tasso di positività era al 4,5%. Mentre quel giorno le vittime erano state 316.

Le persone ricoverate in terapia intensiva erano 2.095, in calo. I ricoverati con sintomi invece 18.736, in calo.

Oggi, dopo quasi un anno di cura Draghi, la situazione è capovolta. Abbiamo quasi 400 morti al giorno. E abbiamo 19.862 persone ricoverate.

L’unico dato in discesa, lieve, circa 1.700, è quello delle terapie intensive: ma sappiamo come le svuota, coi morti.
Quanti da quando lui se ne occupa con vaccini obbligatori, green pass e la politica del ‘rischio ragionato’?

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Il 13 febbraio si contavano da inizio pandemia 93.356 decessi. Con i morti di oggi siamo arrivati a 143.875: la politica di Draghi è responsabile di 50.519 morti.

Questo scellerato figlio di Goldman ha fatto quasi più morti del governo precedente che, è chiaro, si era trovato in una situazione improvvisa.

In compenso, ha raddoppiato gli sbarchi l’anno scorso e ha iniziato il 2022 alla grande:

Lampedusa assediata dai barconi e dalle Ong: sbarchi già quintuplicati, verso 350mila clandestini

Ne deve rendere conto. Il suo è un governo con una politica migratoria e sanitaria criminale.