Pauperismo e marketing. Terzomondismo, ma senza perdere la consuetudine con il potere. Sant’Egidio ha ottime entrature nei palazzi che contano, nelle stanze di chi comanda.
E ora vuole il Quirinale:
In principio, un trentina d’anni fa, c’erano due preti. Don Vincenzo Paglia, classe 1945, e don Matteo Zuppi, di dieci anni più giovane. Il primo è stato per molti anni parroco della basilica romana di Santa Maria in Trastevere, l’altro il suo vice. Poi, sia pure a tappe, entrambi hanno fatto carriera.
Zuppi è diventato cardinale e arcivescovo di Bologna. Noto per la sua ossessione, che accomuna tutti i santegidini, per l’immigrazione.
Il terzo del gruppo, Andrea Riccardi esce dai fermenti postsessantottini del Virgilio, uno dei licei storici della Capitale. I tre fondano Sant’Egidio.
Partono con i poveri. Finiscono ad occuparsi principalmente di immigrati. Soprattutto a portarne in Italia il più possibile con i famigerati ‘corridoi umanitari’:
Il ‘povero’ per loro non è il lavoratore precario, ma è Mohammed che paga diecimila euro per venire a spacciare sul barcone.
Quella di Sant’Egidio è una lobby, batte cassa con tutti i governi. Ma il cuore sta a sinistra. IL portafoglio, invece, lo riempie Bill Gates tramite il presidente di Microsoft Italia Roberto Paolucci.
Riccardi è stato ministro per l’integrazione prima di Kyenge. Ora vuole piazzarsi al Quirinale.
Si sanno vendere bene, benissimo, gli apostoli dell’invasione.
E’ una vendita tra puttane,tutto qui.
Facile che vogliano sto stronzo x organizzare navi di linea con l’africa ma poi anche i maiali bastardi dei loro famigliari verranno scannati dalle scimmie e creperanno maledicendoli.
Il futuro papa,se mai ci sara’ , dovrebbe desantificare sto egidio che oltre un nome di merda mi sta sul cazzo x quello che rappresenta.