I clandestini provengono da Camerun, Gambia, Mali, Costa d’Avorio e Burkina Faso. Nei giorni precedenti erano sbarcate due donne incinte, consapevoli dell’imminente assegno unico e bonus bebè per tutti.
I clandestini sono ora nell’hotspot di contrada Imbriacola da dove, già da ieri, sono cominciate le attività di evacuazione dei clandestini arrivati nei giorni precedenti. Una delle due navi-quarantena in rada davanti al porto di Lampedusa, la Azzurra, è attraccata a Cala Pisana per accogliere 400 dei 700 migrati che si trovano nell’hotspot, riportando così l’affollamento della struttura al di sotto della nuova capienza massima che è ora di 500 invasori.
Lamorgese e scafisti delle Ong collaborano: lei svuota, sparpagliando i criminali in tutta Italia, dove spacciano e stuprano. Loro riempiono di nuovo.
Ieri sull’isola erano stati sbarcati dalla Mare Jonio della italiana Mediterranea saving humans 142 dei 214 invasori che aveva recuperato tra le zone Sar di Libia e Malta e le acque della Tunisia. Altre due persone erano state sbarcate per problemi sanitari nelle ore precedenti mentre stamane la nave è giunta davanti al porto di Pozzallo, dove l’Mrcc di Roma l’aveva destinata, per portare a terra i rimanenti 70 clandestini, pronti per essere imbarcate su un’altra nave-crociera, la Aurelia, già in porto da stamattina.
L’arrivo in porto è stato salutato dagli applausi dei dipendenti affamati di clandestini della Croce rossa affacciati dalla nave Aurelia in attesa di accogliere i clienti a bordo e da sorrisi e “we love you” ululati con i “thank you” a gran voce dai clandestini in attesa di sbarco dalla nave Mare Jonio verso il cosiddetto equipaggio di terra di Mediterranea Saving Humans, in attesa in banchina. Quell’inchiesta riguarda un evento accaduto a settembre del 2020 quando la Mare Jonio aveva portato a Pozzallo 27 migranti trasbordati dalla nave cargo Maersk Etienne, immensa nave commerciale che aveva atteso disposizioni dalle autorità per 38 giorni, alla fonda davanti a Malta.
Era stata la Mare Jonio a sbloccare la situazione, sostenendo di di avere ricevuto “un’urgente richiesta di assistenza da parte della nave mercantile” per la situazione disperata a bordo ed aveva fatto salire a bordo quei 27 migranti portandoli a Pozzallo. La Procura avviò una indagine ipotizzando il favoreggiamento della immigrazione clandestina in capo a 8 persone coinvolte a vario titolo in quel trasbordo che secondo la tesi della Procura iblea fu frutto di accordo commerciale tra le società armatrici (la Idra Shipping per la Mare Jonio e la Maersk per la Etienne) maturato al termine di una fitta rete di contatti.
“La migliore risposta a quel tipo d’inchiesta è questa, 214 persone soccorse in mare, molte donne e bambini. Per quella inchiesta Mare Jonio non doveva più partire e invece siamo qui. E continuiamo a operare serenamente. Noi quella inchiesta l’abbiamo definita da subito una provocazione, fatta con l’intento di colpire il soccorso civile in mare”, ha detto Luca Casarini stamattina, commentando anche i ritardi, in generale, nella concessione dei porti di sbarco: “Non si vuole capire che sono esseri umani, non sono merci, pacchi o problemi ma esseri umani che hanno diritti se teniamo ai nostri valori e alla vita umana”.
Sull’inchiesta, Casarini è convinto si sia trattato di una manovra fatta per screditare il soccorso in mare e per bloccare il varo di una nuova e più grande nave soccorso “alla vigilia del varo”, un progetto “distrutto dalla inchiesta perché gli imprenditori si sono fermati. Se costruisci una inchiesta in cui tutti gli imprenditori che hanno a che fare con te possono essere tuoi complici, non si capisce per quale crimine…ecco, questa ha portato a rallentare di molto” dice Casarini. Un aiuto determinante lo hanno dato i vescovi siciliani con un contributo da 130mila euro e il sostegno tangibile di papa Francesco, ricorda Casarini. “I vescovi siciliani sono stati determinanti per la ripartenza, ma più forte è stata la vicinanza di papa Francesco che ci ha detto “resistete” augurandoci “buon vento” quando siamo ripartiti”.
Resta ancora in pieno Mediterraneo centrale la Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, che con 6 diverse operazioni di ha ora a bordo 439 clandestini.
Ieri la nave, che si è vista respingere diverse richieste di «Pos» da Malta, era andata in ‘soccorso’ di un’altra imbarcazione i cui occupanti – come ha fatto sapere Msf – si erano però rifugiati sulla piattaforma petrolifera di Miskar, al largo della Tunisia. Lì la Guardia costiera di quel Paese li ha presi in consegna, riportandoli indietro.
In zona sta per arrivare un’altra nave umanitaria, la piccola Aita Mari della Ong basca Salvamento maritimo humanitario.
C’è un’organizzazione criminale, si danno il cambio intorno all’Italia. Come sciacalli a caccia di carne umana.
lo sappiamo tutti che il Vaticano
e’ stato sempre il braccio destro dei nazisti
No, e’ che i gesuiti andavano perseguitati come eretici e l’argentina ci ha donato il peggio stronzo che aveva.
Se li traghettano a casa da bergy il barconista, io non ho nulla da eccepire, ovviamente a sue spese li deve mantenere.