Mare Jonio, trafficanti umanitari Casarini hanno prelevato altri 208 clandestini in Libia

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La nave Mare Jonio di Mediterranea, sotto inchiesta per avere percepito denaro in cambio di clandestini, ha compiuto 2 operazioni di scafismo umanitario in Libia prendendo a bordo 208 clandestini.

INTERCETTAZIONI INCHIODANO ONG CASARINI: “COI SOLDI FESTEGGIAMO A CHAMPAGNE”

Probabilmente hanno finito lo champagne.

E’ una delle due navi battente bandiera italiana e ha iniziato la sua decima operazione ed è già carica.

Nei giorni scorsi a bordo della Mare Jonio aveva fatto una passerella ideologica il vescovo di Trapani, noto : “Vi accompagniamo nelle vostre spine, le critiche e le calunnie”. Ricordiamo cosa fa la Chiesa a Trapani attraverso il direttore della Caritas:

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Alcuni pasteggiano a champagne, altri a ‘negri’.

A bordo dell’imbarcazione c’è anche il consigliere regionale lombardo del partito finanziato da Soros, Più Europa/Radicali, tal Michele Usuelli. È stato imbarcato come medico di bordo ed è alla sua seconda esperienza. Mentre negli ospedali italiani mancano i medici e i reparti scoppiano, lui va in crociera coi trafficanti umanitari.

La nave è ripartita dopo l’inchiesta della procura di Ragusa su un accordo economico tra la ong e la multinazionale danese Maersk. La nave, infatti, portò a bordo un gruppo di clandestini che erano stati tratti in salvo dalla Maersk Etienne in cambio di soldi. La petroliera si trovava ferma da un diverse settimane in attesa di ricevere un porto di attracco e quindi aveva bisogno di scaricarli a qualcuno. Casarini, invece, aveva bisogno di champagne.

La corte di Cassazione ha confermato la richiesta di sequestro dell’imbarcazione della ong effettuata dalla procura di Ragusa, respingendo i ricorsi degli indagati. Tra le accuse mosse dalla procura c’erano favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione alle norme del Codice della navigazione. I giudici della corte di Cassazione avevano respinto i ricorsi in “ragione dell’assenza di uno stato di pericolo attuale e imminente per la vita e la sicurezza dei migranti, in quanto già accolti a bordo della petroliera Maersk, quindi sottratti al rischio di perire in mare “. A tal proposito, quindi, gli ermellini hanno sottolineato nella loro sentenza che il dovere di soccorso in mare “può essere riconosciuto soltanto a fronte della gratuità dell’azione di salvataggio”.

Negli ultimi giorni il rimorchiatore trasformato in imbarcazione ha ottenuto il via libera dalla Capitaneria di porto per tornare a trafficare. Un governo che si lamenta con Stati stranieri perché dà le bandiere ai trafficanti e poi non è in grado di toglierla ad una ong sotto inchiesta per traffico di clandestini.