Baby gang di immigrati distruggono tutto. Il prof di frontiera: «Invidia etnica degli italiani»

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E’ guerra razziale nelle grandi città del nord. I filmati che hanno ripreso alcune fasi della spedizione punitiva afroislamica di sabato sera a Nichelino potrebbero rappresentare una svolta nell’inchiesta sulle baby gang di immigrati ‘torinesi’:

GUERRA RAZZIALE: ITALIA INVASA DA GANG AFROISLAMICHE INVIATE DAI FRATELLI MUSULMANI, STUPRI A MILANO E ASSALTI A TORINO

I carabinieri hanno identificato oltre 60 ‘giovani’ della gang di cento immigrati (ma il numero è destinato a crescere) e adesso stanno cercando di capire se quei volti possono essere messi in relazione con gli assalti che da mesi si ripetono nel centro di Torino.

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L’ultimo episodio risale a lunedì, in piazza Santa Giulia. Sei rapinatori, quasi tutti minorenni e di origine nordafricana, hanno circondato un ragazzo e, dopo averlo minacciato e spintonato, gli hanno portato via gli occhiali. Un bottino magro, tanto che la vittima, temendo ritorsioni, non ha nemmeno sporto denuncia. Ma quel «trofeo» da poche decine di euro per i bulli di periferia assume un valore molto più importante. Quello della conquista.

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E’ quello che da decenni avviene in Francia con le banlieus: sono qui per conquistarci. Ci odiano. Ricordate il povero ragazzo sgozzato a Torino perché ‘italiano sorridente’?

«Questa violenza nichilista e senza codici è figlia dell’invidia etnica e sociale. È la risposta rabbiosa di chi si sente ultimo e prende di mira chi vede un gradino sopra», spiega Vincenzo Abbantuono, insegnante di italiano, storia e geografia alle medie Cena e Da Vinci. Due scuole di frontiera, a Falchera e Barca, dove Abbatantuono non si limita a fare il docente, ma mette in campo anche la sua ventennale esperienza di educatore, in strada e in comunità.

Abdallah Bouguedra, il 21enne finito in carcere per le aggressioni a sfondo sessuale avvenute a Capodanno a Milano, abita a poche centinaia di metri dall’istituto Cena. Nel quartiere lo conoscono tutti, eppure sembra che per molti ragazzi di Barca la «lezione» non sia servita. Sabato pomeriggio un nutrito gruppo di giovani si è ritrovato in piazza Mochino, a San Mauro e poi si è diretto verso Nichelino a bordo dei bus della linea 8 «per andare a fare casino».

«Non ne so nulla, ma sono comunque preoccupato – continua Abbatantuono, che da 10 anni ha abbracciato la religione musulmana – Finora queste bande si sono mosse senza organizzazione e senza ideologia. Ma un’ideologia, quella eretica, che sovverte gli insegnamenti dell’Islam è lì a portata di mano. Noi insegnanti, anche se supportati da presidi eroiche, non siamo sufficienti ad arginare questa rabbia che cresce come un fiume in piena». Pochi giorni fa il «prof» ha deciso di far salire in cattedra gli alunni: «Erano contenti, non la finivano più di parlare, perché hanno bisogno di essere ascoltati. E indirizzati. Ho chiesto di raccontarmi il fenomeno della baby gang dal loro punto di vista e loro, come Virgilio, mi hanno condotto per mano nell’“inferno” del loro mondo». Una visione distorta della realtà, dove gli autori di furti e rapine diventano modelli da ammirare e i saccheggi di via Roma del 26 ottobre 2020 vengono raccontati come un’impresa epica. Le griffe taroccate sono inseguite sui siti cinesi come segno di riscatto, ma chi indossa abiti firmati originali viene etichettato come «borghese». Contraddizioni da cui è difficile uscire: «Sono convinto che non sappiano cosa vuol dire borghese, ma va di moda. Sono poco più bambini, non sanno se sentirsi italiani o stranieri e se glielo chiedi ti rispondono “boh”. Io sono innamorato di questi ragazzi sommersi dall’emarginazione e vorrei ascoltarli tutti. É giusto che chi sbaglia paghi, sia chiaro, e anche duramente, ma pensare che questo fenomeno possa risolversi solo con repressione e processi è sbagliato».

Al di là di questo convertito ‘innamorato’, quello che dice è chiaro: non sanno chi sono, e mai lo sapranno, per questo ci odiano. E vogliono sostituirci. Per questo rispedirli a casa, tutti, è legittima difesa. Via questi figli di immigrati dall’Italia. Questo deve essere l’obiettivo di ogni patriota.




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