Stupri Capodanno, altre denunce: si cercano altre decine di nordafricani, stuprate come bambolotti

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«Se le sono passate — dice un inquirente — l’un l’altro come bambole di pezza. Uno teneva la vittima, l’altro abusava di lei, poi si scambiavano i ruoli».

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Decisivi video e testimonianze delle ragazze aggredite in piazza Duomo a Milano. Le vittime salite a undici, cinque gli abusi: «Circondata da 40-50 persone, mi hanno strappato i vestiti». Esposti da Genova e Vicenza. A breve gli inquirenti potrebbero chiudere il cerchio intorno ad altri violentatori nordafricani.

«Mi sono trovata a terra, senza niente addosso, e ricordo un poliziotto con lo scudo che mi ha assistito». Sono gli ultimi attimi del primo video delle violenze di Capodanno in piazza Duomo. È il ricordo della vittima, la studentessa 19enne che in quel filmato di neanche minuto apparso sui social è quasi una macchia rossa — il colore del suo giubbino — strattonata e sballottata dalla calca durante gli abusi. Non è l’unica, quella notte, a vivere l’incubo. Poco prima, a qualche decina di metri di distanza, altre giovani subiscono una violenza simile. Sono importunate, isolate, accerchiate davanti all’ingresso della Galleria. Finiscono investite dagli aggressori. «Siamo state travolte da quest’orda. Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Siamo cascate, mi sono ritrovata per terra, senza riuscire a rialzarmi — racconta una delle amiche molestate —. Mi sentivo soffocare, ho pensato di morire. Ero atterrita dalla paura, mi mancava il fiato».

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Ogni giorno che passa, nuove ragazze denunciano di aver subito violenze sessuali. Altre due giovani — una genovese, l’altra vicentina — si sono fatte avanti e hanno denunciato. Nell’inchiesta per violenza sessuale di gruppo, lesioni e rapina, condotta dalla Mobile, diretta da Marco Calì, e coordinata dal pool «fasce deboli» della procura, le vittime passano quindi da nove a undici, i casi da tre a cinque. Assalti portati avanti «con una carica di violenza così brutale che solo grazie all’intervento fortuito di alcuni soccorritori non ci sono state conseguenze ulteriori e più gravi», scrive il gip Raffaella Mascarino nell’ordinanza di convalida del fermo del 18enne egiziano Abdelrahman Ibrahim, per cui ha disposto la custodia in carcere. Potrebbe fuggire, inquinare le prove e colpire ancora, data la sua «spiccata pericolosità». Viene riconosciuto come il ragazzo che dà inizio alle molestie alle quattro giovani davanti alla Galleria, ma per il giudice non ci sono prove sufficienti per l’aggressione alla 19enne e a un’amica, all’angolo con via Mazzini.

Non ci sarebbe pericolo di fuga, invece, per Abdallah Bouguedra, il 21enne bloccato a Torino. Dovrà comunque rimanere in carcere a Ivrea, anche se il gip del capoluogo piemontese non ha convalidato il fermo di mercoledì. Il suo volto, la 19enne aggredita di fronte al McDonald’s non lo dimentica. Davanti ai magistrati Letizia Mannella e Alessia Menegazzo riconosce la foto del sospettato. È lui a iniziare a molestarla. «Era molto insistente, è stato uno dei ragazzi che ci ha inseguite di più», mette a verbale. Lei spera di liberarsene dandogli il suo indirizzo Instagram, ma non funziona. Le mette il braccio attorno alle spalle, prima dell’arrivo del gruppo, e della violenza. La ragazza arriva in centro che mancano una manciata di minuti alla mezzanotte per festeggiare con gli amici. Tutt’attorno gli animi sono già agitati dall’alcol. Uno le strappa via il portafoglio. Lei reagisce, se lo riprende. Lui la insulta, lei gli sputa in faccia. Poco dopo si allontana con un’amica alla ricerca di un bagno. L’accerchiamento è repentino. Il resto della sua compagnia è tagliato fuori, impossibile difendere lei e l’amica, che riesce però a sfuggire. La 19enne resta intrappolata: «La maggior parte delle attenzioni del gruppo era su di me».

Sono in tanti: una cinquantina di nordafricani, forse di più. «Vedevo gente che mi tirava per le braccia e per le gambe», racconta agli investigatori. Viene sollevata in aria, «forse da sei ragazzi». Qualcuno la tiene per i polsi, altri per le caviglie. «Altri ragazzi del gruppo mi levano i vestiti». Lei prova a resistere, ma può poco contro la forza del «branco»: «Cercavo di allontanare da me la gente che mi tratteneva, ma la presa era troppo forte». Decide di lanciare la borsa e il cellulare che tiene nelle mani «sperando che mi avrebbero lasciato stare, ma nessuno di loro si è allontanato».

Magistrati e investigatori della Squadra mobile, alla fine della deposizione dell’11 gennaio, mostrano sullo schermo una ventina di foto. La ragazza, con la stessa lucidità con cui ha raccontato, ne riconosce alcuni: quello che le aveva chiesto il numero, quello con la barbetta, chi ha allungato le mani. Sono particolari preziosi, che potrebbero portare a nuovi fermi.




9 pensieri su “Stupri Capodanno, altre denunce: si cercano altre decine di nordafricani, stuprate come bambolotti”

  1. Painter hanno compreso (finalmente) che le parole dei docenti, delle reclame, del governo, e forse le più criminali proferite dai parenti circa l’idilliaca convivenza tra diverse etnie erano tutte fandonie.
    Se dobbiamo proprio vedere il mezzo bicchiere pieno… diciamo che è una fortuna che nessuno sia morto schiacciato nella calca.

    Potremmo giocare e fare un sondaggio tra di noi per vedere quanti preferivano il vecchio sistema su vox dove i pensieri erano tutti uno sotto l’altro in un unica paginetta?

    1. Sarà anche vero, ma concorderai che arrivare a questo punto per comprendere è tragico e disumano. E tutto sommato non credo che si sia imparato un bel niente da questi eventi. Nessuno ha cambiato idea perché viviamo in un’epoca pseudo medievale dove si ragiona per ideologie e luoghi comuni. Chi avversa l’immigrazione islamica vede le proprie idee confermate e i buonisti cuori sanguinanti continueranno a trovare scusanti ed evitare il discorso, puntando il dito altrove.

      Non apprezzo per niente il nuovo sistema di visualizzazione dei commenti e aggiungo che preferirei l’opzione di ignorare determinati utenti, come su altri siti, così da leggere in pace i commenti senza il solito paio di disturbatori.

  2. Se qualcisa fosse cambiato avremmo centinaia anzi, migliaia di mussulmerde fatti a pezzi x giusta ritorsione.

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