Milanesi chiusi in casa per paura degli immigrati: stuprano, rapinano e uccidono

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Tanto, i migranti hanno licenza di uccidere. Pensate a Kabobo, ha ammazzato tre italiani a picconate, non ha mai fatto e mai farà un giorno di prigione.

Milano sta precipitando verso il baratro della sostituzione etnica:

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E la minaccia ha solo un nome: i figli degli immigrati regolari. Che entri in testa a Salvini e Meloni.

Nella Milano che cerca di ripartire dal caos pandemia c’è un problema: una distanza siderale e non giustificabile tra i problemi legati alla sicurezza e la gestione della stessa da parte della giunta Sala. Dopo gli abusi di Capodanno in piazza Duomo, il sindaco di Milano si è scusato con le ragazze vittime delle aggressioni. E ha dichiarato che il Comune si costituirà parte civile. Parole che arrivano dopo 7 giorni di silenzio assordante. Non bastano però i mea culpa fuori tempo e la retorica. Serve qualcosa che al momento, non retroattivamente, faccia in modo che certi episodi non avvengano più.

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A luglio nel pieno della campagna elettorale, il primo cittadino di Milano ribatteva che la città non è Gotham City. Che Milano non è una città oscura in cui la gente ha paura ad andare in giro; e dove la gente invoca i militari per strada. Dichiarazioni da campagna elettorale che si sono spente con le violenze di fine anno. E se ogni giorno si moltiplicano le notizie sulla gravità di quanto accaduto in piazza Duomo; un altro episodio, legato al tema della sicurezza fa riflettere: l’allarme lanciato da una delle università più prestigiose di Milano, la Bocconi,costretta a “scortare” i suoi studenti: troppe aggressioni nel parco degli extracomunitari.

Al Parco Ravizza, 6 denunce in due mesi. È stato deciso un servizio di accompagnamento per gli studenti. Questo il messaggio sulle pagine social: “Grazie al lavoro dei nostri rappresentanti è stato attivato un servizio di accompagnamento dall’università alle residenze Spadolini, Dubini e Isonzo e viceversa”. A spiegare il motivo di quanto dichiarato è stato Aldo Marcello Corigliano, coordinatore di B.Lab Unilab Network, il gruppo studentesco più rappresentativo nell’ateneo economico meneghino:”Purtroppo i casi di aggressione all’interno del parco Ravizza sono aumentati in maniera esponenziale. Gli studenti vengono rapinati di portafogli e telefoni. Non sono mancati poi casi di inseguimenti e pestaggi”.

Solo tra novembre e dicembre sono sei le denunce raccolte dalla polizia per episodi avvenuti in quest’area, in cui si parla soprattutto di bande di giovanissimi. “Così per attraversare quell’area verde così problematica quando cala il buio, d’ora in avanti ogni giorno ci sarà una figura che fa parte del personale dell’università ad accompagnarli. Una proposta avanzata da noi che l’ateneo ha approvato. Dispiace, invece, la mancanza di risposte, il silenzio da parte del Comune su questa emergenza , nonostante le denunce si siano moltiplicate”.

Un palese problema di sicurezza che la sinistra fa finta di non vedere. Per la sinistra dello ius soli, che punta tutto sul modello di integrazione , si delinea una palese sconfitta in una città che più di ogni altra si è fatta bandiera di esserne modello e laboratorio. La città più europea d’Italia deve fare i conti con una evidente insicurezza firmata Sala.




5 pensieri su “Milanesi chiusi in casa per paura degli immigrati: stuprano, rapinano e uccidono”

  1. Il perchè di questa disfatta è scritto pure nell’inno di mameli

    Noi siamo da secoli
    Calpesti, derisi,
    Perché non siam popolo,
    Perché siam divisi.

  2. A Milanoc’è Yussuf Al Salah.I Milanesi lo hanno rieletto con percentuali bulgare del 27%.Quindi se lo tengano stretto E soprattutto se ne stiano chiusi in casa.E SENZA LAMENTARSI.NON ne hanno diritto.

I commenti sono chiusi.