Draghi accetta 221 container carichi di rifiuti dalla Tunisia: ma Tunisi non si riprende i clandestini

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Successone del viaggio di Di Maio a Tunisi:

Tunisia vuole inviare in Italia 221 container carichi di rifiuti e immigrati

Avevamo visto giusto.

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L’ambasciata di Tunisia in Italia e la Regione Campania hanno raggiunto un’intesa per il rimpatrio imminente dei rifiuti di provenienza italiana, attualmente stoccati presso il porto tunisino di Sousse. Lo riferisce la stessa rappresentanza diplomatica tunisina in un comunicato stampa. L’accordo è stato raggiunto nel corso di un incontro avvenuto in questi giorni a Napoli tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e l’ambasciatore di Tunisia in Italia, Moez Sinaoui, e prevede l’impegno della Regione a farsi carico del trasferimento, a breve, in Campania dei container di rifiuti stoccati nel porto di Sousse da circa un anno e mezzo. Al termine dell’incontro, l’ambasciatore ha ringraziato De Luca “per la collaborazione e per la volontà dimostrata nel chiudere definitivamente il dossier nel più breve tempo possibile, e ciò nello spirito di amicizia e di cooperazione che contraddistingue le relazioni tra i rispettivi Paesi”. Dal canto suo, il presidente della Regione Campania ha ribadito “l’impegno della Regione a far rientrare in Italia i rifiuti, a conferma dei profondi legami esistenti tra la Tunisia e l’Italia e, in particolare, con la Regione Campania”.

L’accordo, sottolinea il testo del comunicato stampa, testimonia la volontà politica comune – espressa in occasione dell’incontro tra il presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, e il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, svoltosi a Tunisi il 28 dicembre 2021 – di giungere alla conclusione della vicenda e proseguire nell’impegno congiunto per rafforzare ulteriormente i legami di cooperazione e di partenariato tra i due Paesi.

Il caso, che oltre che giudiziario è diventato una questione politica e di opinione pubblica in Tunisia, vede coinvolte l’azienda campana Sviluppo Risorse Ambientali (Sra) e la società privata tunisina Soreplast e ha portato – tra maggio e luglio 2020 – all’esportazione illegale verso la Tunisia di 282 container contenenti 7.900 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati raccolti in Italia, in violazione della normativa internazionale. Di questi, 212 sono stoccati al porto di Sousse, mentre altri 70 erano stati depositati nell’impianto della Soreplast di Moureddine (Sousse), andato a fuoco il 29 dicembre scorso, mandando in fumo circa 1.900 tonnellate di rifiuti. Sul piano giudiziario sono in corso due indagini, della magistratura tunisina e di quella italiana, per accertare le responsabilità nella falsificazione dei documenti su cui sono state rilasciate le relative autorizzazioni transfrontaliere.

Ieri, il ministro ministro degli Affari Esteri, delle migrazioni e dei tunisini all’estero, Othman al Jerandi, aveva anticipato che un accordo era stato raggiunto per la restituzione dei rifiuti italiani importati in Tunisia, che saranno rimpatriati “nei prossimi giorni”. Il capo della diplomazia tunisina ha parlato nel corso di una conferenza stampa in occasione della fine del mandato del Paese nordafricano come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, citato dall’emittente radiofonica “Mosaique Fm”. Lo scorso giugno, la procura generale della Corte d’appello di Sousse aveva confermato le accuse nei confronti di 21 persone coinvolte nel caso dei rifiuti importanti illecitamente dall’Italia, respingendo le richieste di scarcerazione di sei imputati, incluso l’ex ministro dell’Ambiente e degli Affari locali, Mustapha Aroui. Lo scorso 28 dicembre, nel corso della visita a Tunisi del ministro Di Maio, il capo dello Stato tunisino aveva sottolineato “la necessità di accelerare quanto prima la risoluzione della situazione dei rifiuti italiani esportati in Tunisia”, invitando a “pensare in futuro all’attuazione di programmi di cooperazione tra i due Paesi nel campo della conversione dei rifiuti in una fonte di energia”. Il governo italiano, da parte sua, ha sempre accettato e riconosciuto che, in base alle convenzioni internazionali, i rifiuti dovessero essere rimpatriati, tant’è che si è costituito parte civile nei procedimenti giudiziari amministrativi e civili al riguardo.

Siamo l’unico Paese europeo che si riprende la spazzatura dall’Africa. Non solo loro ci rimandano la nostra spazzatura, ma non si riprendono neanche la propria: migliaia di delinquenti tunisini che in questi mesi sono sbarcati in Italia e che non vengono rimpatriati.

Omicron non ha fatto un bel lavoro con Di Maio. Speriamo in Deltacron.




7 pensieri su “Draghi accetta 221 container carichi di rifiuti dalla Tunisia: ma Tunisi non si riprende i clandestini”

    1. Grande Onan, padre della filosofia Onanista.
      Colui che disse: L’Onanismo è la via della luce. Ma troppa luce acceca

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