In riferimento a quanto accaduto la notte di Capodanno a Milano, ricordiamo che da anni accade lo stesso in tutta Italia. Non serve scomodare Colonia. Non serve neanche scomodare il Capodanno.
Ogni assembramento di piazza è per loro occasione di dare il via agli stupri etnici di massa. Violenze sessuali più o meno complete a seconda delle reazioni e della presenza di forze dell’ordine.
Nei giorni scorsi a Torino:
Il questore l’ha definita “una questione sociale”. Col cazzo, è una questione demografica. E’ un tumore che può e deve essere asportato. Prima lo facciamo, più possibilità abbiamo di sopravvivere.
O come spiegò, nel corso di una trasmissione della tv locale Telequattro andata in onda anni fa, una ragazza di 19 anni. Raccontò le molestie subite da lei e le sue amiche nel corso delle notte del Carnevale a Muggia, Trieste.
Una testimonianza choc, che si unisce alle tante aggressioni sessuali che raccontarono ai giornali locali dalle lettrici.
«Non si era mai visto così – spiega Eleonora Righi sconvolta dal numero di profughi (circa la metà) presenti a Muggia -. C’erano sempre tre o quattro pronti ad accerchiarti; insistevano molto nel voler ballare, che in realtà era uno “strussiarsi”; erano molto insistenti; l’unica cosa che potevamo fare io e le mie amiche era spostarci, entrare o uscire, perchè non bastava dirgli due, tre, quattro volte di no. Più volte è successo che hanno toccato il seno e il fondo schiena a me e alle mie amiche».
Loro, i profughi nordafricani e arabi, chiamano queste molestie di massa ‘taharrush gamea’. Lo hanno fatto spesso in questi anni, il caso più eclatante fu Colonia.
«Tutti avevano un drink in mano. Non parlavano italiano e la carnagione era quella. Certi hanno fatto foto e video – continua il racconto Eleonora -. Non c’erano ragazzi che ci hanno difeso, c’erano i bodyguard, ma controllavano solo i documenti».