Figlio di immigrati: “Rapino italiani perché sono ricchi e li invidio”

Vox
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LE seconde generazioni – e poi le terze e le quarte come già dimostrano Francia e Inghilterra – sono la più grande minaccia al nostro futuro. Molto peggio dei genitori. Mentre la prima generazione è divisa tra chi scrocca, delinque o lavora, loro sono disadattati senza identità con un odio smisurato verso i propri coetanei autoctoni. Con la minaccia ancora più grave che diventino ‘italiani’. Un odio che è allo stesso tempo etnico e di classe.

State importando figli di immigrati coi ricongiungimenti familiari, a botte di 200mila l’anno, che poi creano enormi banlieu degradate intorno ai centri cittadini, dove vivono con sussidi e reddito di cittadinanza in case popolari. Una sottoproletariato straniero che mantengono i contribuenti italiani e che odia gli italiani.

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«Il centro di Torino non è frequentato da gente come noi (figli di immigrati di seconda generazione ndr…). Lì sono ricchi, stanno bene. E più li vedi e più pensi a come vivi tu». Soufiane, 17 anni, il 27 novembre a Torino con alcuni amici – nordafricani come lui – ha rapinato tre coetanei italiani. È stato arrestato in flagranza dai carabinieri.

Perché ha aggredito quei ragazzi?

«Invidia. Volevo quell’oggetto che agli occhi degli altri avrebbe potuto farmi essere più bello, più importante».

«Di bande ce ne sono un po’. Ci si ritrova vicino al fast food e si va in giro in gruppo. Se becchi qualcuno, lo prendi».

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Le gang di figli di immigrati:

«Gente del mio quartiere. C’è chi non ha la mamma, chi non ha il papà oppure ha i genitori in carcere. Io rispetto a loro sono fortunato. I genitori li ho, mi vogliono bene e li ho delusi. Per invidia. Conosco i loro sacrifici, ma ho dovuto sbagliare per rendermi conto di ciò che ho. Vivere qui, però, è dura».

«Siamo in cinque in 30 metri quadrati. Non abbiamo nemmeno il campanello. Ogni giorno esco di casa e vedo i muri scrostati, i tubi rotti. Un ragazzo qui come dovrebbe crescere? Io e i miei fratelli di certo non diventeremo avvocati. Ma a quelli cosa vuole che importi».

A chi si riferisce?

«Alla gente importante, a chi sta in alto. Di noi non importa nulla a nessuno. Io ho sbagliato e chiedo scusa. Ho capito che i problemi non si risolvono così. Anzi, così ci si mette solo nei guai. Ora voglio pensare ad altro».

Stiamo facendo gli stessi errori della Francia. Questo e i suoi fratelli a 18 anni, anche con l’attuale legge, possono diventare ‘italiani’.

E’ inconcepibile. Due mosse: abrogazione ricongiungimenti familiari e ritorno allo ius sanguinis integrale.




4 pensieri su “Figlio di immigrati: “Rapino italiani perché sono ricchi e li invidio””

  1. questo nemmeno ha capito il paese in cui vive: rapinare italiani è senza rischio, e se dovessero reagire verrebbero pure condannati a risarcirti mentre se rapini un tuo connazionale rischi come minimo una coltellata e potresti anche essere condannato dalla giustizia!

I commenti sono chiusi.