Marocchinate, gli Alleati sapevano degli stupri di massa in Italia. Parigi: “Noi facciamo così la guerra”

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Il ricercatore storico e presidente dell’associazione nazionale vittime delle marocchinate, Emiliano Ciotti, ha rinvenuto nell’archivio dello Stato Maggiore Italiano un nuovo documento che prova come le violenze compiute dalle truppe coloniali francesi – orde di selvaggi africani al servizio di De Gaulle – ai danni della popolazione civile italiana erano conosciute dagli Alleati.

Il rapporto della sezione controspionaggio della 5^ Armata, firmato dal Maggiore dei Carabinieri Reali Cesare Faccio, è datato 22 giugno 1944 e tratta delle violenze e dei soprusi commessi dai soldati africani e il contegno tenuto dalle truppe americane in quelle occasioni.

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Il documento inizia riportando la violenza ai danni di una donna, accaduta dopo tre giorni dell’occupazione di Vetralla, in provincia di Viterbo. La donna chiese la protezione di un sergente della Polizia Militare americana che si recò presso il comando francese per fare delle rimostranze. Gli Ufficiali d’oltralpe gli risposero, invitandolo «ad astenersi dall’interessarsi di cose che riguardavano esclusivamente il comando francese, in quanto ognuno faceva la guerra a modo suo». Il sottufficiale a questo punto relazionò al proprio comando, che diramò una disposizione ai propri militari «di far uso delle armi, qualora si fossero trovati presenti a violenze commesse dai marocchini».

«È un documento sconvolgente – dichiara Emiliano Ciotti, presidente dell’Anvm – dal quale si evincono diverse verità finora nascoste. Innanzitutto, gli Alleati e il controspionaggio italiano erano a conoscenza delle violenze perpetrate ai danni della popolazione civile italiana dai coloniali inquadrati nell’esercito francese. Inoltre, i comandi Usa ordinarono alle proprie truppe che in caso di violenze dovevano sparare prima ai magrebini ‘francesi’ e poi ai tedeschi. Infine, che lo scempio delle marocchinate poteva essere interrotto ritirando dal fronte italiano le truppe coloniali. Questo purtroppo non avvenne subito – conclude Ciotti – e le donne e gli uomini italiani dovettero subire ancora per diversi mesi le bramosie sessuali di questi militari francesi».

Parigi non ha mai chiesto scusa all’Italia. Eppure è una barbarie molto più recente di tante altre di cui i governi europei si sono scusati. E ci sono cimiteri di questi stupratori africani in Italia visitati anche dall’eretico Bergoglio, protettore morale anche degli eponimi attuali delle truppe coloniali francesi.




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