Boss mafia nigeriana: “Grazie a dio i porti italiani sono aperti”

Vox
Condividi!

In un’intercettazione, passata in secondo piano nella stampa italiana, uno dei boss della mafia nigeriana pregava “perché i traghettamenti non finissero mai” dalla Libia all’Italia: porti aperti.

Questa è la situazione dopo anni di sbarchi indiscriminati:

Mafia nigeriana, centomila affiliati in Italia: arrivati coi barconi

Di fatto, Pd, Ong e Vaticano hanno lavorato per la Mafia nigeriana. Non sappiamo se coscientemente ma, sicuramente, colpevolmente.

Per questo è piuttosto semplice pensare a complicità tra chi, oggi, vuole ‘aprire i porti’ e la mafia nigeriana.

Anche perché, tra i tanti che chiedono di riaprire i porti, ci sono proprio i boss della mafia nigeriana.

Chissà, magari, un giorno scopriremo che alcuni di loro sono iscritti al PD o soci di qualche Ong. Forse “volontari” alla Caritas

VERIFICA LA NOTIZIA

“Prego perché i traghettamenti dalla Libia non finiscano”: così un’intercettazione uscita dall’inchiesta di Perugia sulla mafia nigeriana. Poi è arrivato Salvini e la pacchia è finita. Ma ora i porti sono di nuovo aperti.

Ecco il nesso tra Ong, mondo dell’accoglienza, sinistra e Mafia Nigeriana: #apriteiporti.

Non avevamo dubbi. Le ong sono i taxi della mafia nigeriana. Ogni tanto (non poi così raramente), anche le nostre navi militari lo sono state, al tempo del PD. Ora, con il ritorno del Pd al governo, per la quarta volta in sei mesi senza mandato popolare, stiamo assistendo ad un nuovo boom di sbarchi.

A Perugia, dopo le ultime due grandi inchieste della Questura su droga e prostituzione, si è compreso negli ultimi mesi cosa accadeva e forse cosa sta accadendo ancora oggi con le campagne delle buoniste, dei media e dei politici di sinistra a favore del traffico umanitario.

Del resto i dati sono sempre stati chiari: spacciatori e prostitute. Un affare immenso per la mafia nigeriana.

Vox

Ora, poi, sappiamo anche questo:

FBI: Mafia nigeriana traghetta clandestini in Italia, Ong complici?

Clandestini che al 90 per cento poi venivano – e in alcuni casi ancora vengono – direttamente prelevati dalle navi delle Ong e traghettati in Italia. Fino a che è arrivato Salvini: e di questo si preoccupava e si preoccupa la Mafia nigeriana, secondo le intercettazioni. Esattamente come si preoccupano i sindaci scafisti di sinistra, il Vaticano, Saviano e la ‘ndrangheta. Una strana compagnia di giro.

Barconi carichi di spacciatori e prostitute – Volete le prove? Ci sono, anche se i media nazionali non ne parlano per ovvie ragioni. La polizia ha intercettazioni, testimonianze, denunce che dimostrano tutto dopo l’arresto di 8 boss nigeriani che dall’Umbria tiravano le fila di una parte del traffico umanitario.

La Squadra Mobile di Perugia – tre anni di indagine approfondite – ha inserito nell’inchiesta anche una testimonianza di una prostituta: “Sono partita dalla Nigeria insieme ad altri connazionali, uomini e donne. Poi siamo saliti su dei camion per arrivare in Libia. Una volta qui sono stata reclusa in un campo profughi”. Alla domanda se la giovane ha pagato un biglietto la risposta è stata no: “Hanno preferito gli scafisti (un libico e un nigeriano), su richiesta esplicita, che mi concedessi sessualmente al posto del biglietto”. Ecco perché arrivano incinte.

Ma il ‘bello’ deve ancora venire.

L’organizzazione criminale è formata da nigeriani che attendono a Perugia l’arrivo della merce. Ed erano preoccupatissimi – come emergeva dalle intercettazioni – che la rotta dalla Libia venisse interrotta, come poi accaduto con il ministro Salvini.

Alcuni passaggi delle intercettazioni dell’inchiesta dalla mobile pubblicate: “Ho cinque donne che devono arrivare: prego perchè la tratta dalla Libia non finisca”.

Prima il salto su un barcone e poi il trasferimento in natanti delle organizzazioni non governative che attendevano il carico, come racconta la ragazza ex prostituta nigeriana: “All’arrivo in Italia inizialmente sono rimasta all’interno di un centro accoglienza di Lampedusa. Ma poi sono riuscita a fuggire” e poi l’organizzazione ha pensato a tutto per farle raggiungere Perugia che non conosceva.

Ma le prostitute sono il pericolo ‘minore’. Poi ci sono loro. I profughi, richiedenti asilo pusher, una ventina, fermati e arrestati sempre dalla Mobile di Perugia che erano tornati ad vendere in serie dosi di droga. Anche loro manovalanza della mafia nigeriani.

E’ difficile non credere che tutto questo flusso di denaro non finisca per finanziare le Ong e i partiti a favore degli sbarchi. Non è difficile?




2 pensieri su “Boss mafia nigeriana: “Grazie a dio i porti italiani sono aperti””

I commenti sono chiusi.