Fatto a pezzi con la motosega dall’amante gay romeno: poi vogliono il ddl Zan

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Questo ennesimo omicidio di stampo migrante:

IMMIGRATO FA A PEZZI ANZIANO CON LA MOTOSEGA A MILANO: L’AVEVA DENUNCIATO PER STALKING

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E’ uno dei tanti esempi di omicidio omosessuale. Altro che ddl Zan, serve una legge per difendere noi da loro. E da chi li vuole per poi portarseli a letto. Che poi questo qualcuno detenga o meno la droga dello stupro sono solo dettagli.

A ottobre gli era stato notificato un divieto di avvicinamento a quella casa. E proprio ieri le restrizioni erano state estese dal giudice pure ad alcuni parenti della persona nel mirino dello stalker. Non è bastato. Il trentacinquenne romeno arrestato dai carabinieri avrebbe trasformato proprio l’appartamento da cui doveva tenersi alla larga nel teatro di un macabro omicidio: secondo le prime informazioni, sarebbe stato lui a colpire l’ottantaduenne pensionato Pierantonio Secondi, usando due coltelli di cucina e probabilmente pure la motosega utilizzata per aprirsi un varco nella porta d’ingresso dell’abitazione al settimo piano dello stabile di via Giulio Romano 27, a due passi da Porta Romana. In portineria, non si sa se prima di entrare o all’uscita, avrebbe pure lasciato una busta chiusa con alcune mail in cui avrebbe raccontato i passaggi della storia con l’anziano e messo di fatto la firma sul delitto con una sorta di confessione.

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L’allarme è scattato qualche minuto prima delle 21 di ieri, quando alcuni vicini, allarmati dai rumori che provenivano dalle scale, hanno chiamato il 112 pensando a un tentativo di furto in corso. Inizialmente i militari del Radiomobile e della Compagnia Monforte, poi raggiunti dai colleghi del Nucleo investigativo, hanno pensato a qualche scassinatore in azione in un’abitazione lasciata vuota per il ponte di Sant’Ambrogio, ma al loro arrivo hanno trovato uno squarcio nella porta, un quadrato all’interno del quale ci poteva passare una persona, per poi fare la drammatica scoperta: a terra, sotto un tavolo, c’era il cadavere dell’anziano in un lago di sangue; accanto, due coltelli da cucina e una motosega. Le indagini si sono subito concentrate sul trentacinquenne, anche perché i carabinieri avrebbero trovato sul pianerottolo un trolley con il nome del romeno scritto su una targhetta, il cellulare e altri effetti personali.

Di più: il romeno avrebbe lasciato in portineria un plico, sequestrato dai militari dell’Arma, contenente alcuni fogli stampati in cui avrebbe ricostruito le varie fasi della relazione finita male e forse dato una spiegazione al folle gesto. Ora è caccia all’uomo. Stando ai racconti dei vicini, alcuni mesi fa, il presunto killer era rimasto per ore sotto casa dell’anziano, nonostante quest’ultimo non avesse alcuna intenzione di farlo entrare. E proprio quegli episodi avevano spinto Secondi, che aveva un ottimo rapporto con gli altri inquilini dello stabile e che usciva spesso, a denunciare l’ex convivente per stalking.

Secondo le prime informazioni, proprio ieri il trentacinquenne avrebbe dovuto ricevere la notifica di un divieto di avvicinamento emesso dal giudice a valle di una querela per atti persecutori. Gli investigatori avrebbero provato invano a contattarlo per informarlo del provvedimento, ma il romeno è riuscito ad anticipare tutti nella maniera più tragica.




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