Immigrati si divertono a massacrare ragazzino italiano, preso di mira: “Vogliono mio figlio morto”

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Ha il setto nasale fratturato, ferite alla testa, un sopracciglio spaccato. È uscito dall’ospedale con 30 giorni di prognosi. Ed è andata bene così perché, se non l’avessero pestato in pieno giorno, nell’affollato capolinea di piazza Ugo Bassi, chissà come sarebbe finita. Erano in sei, due picchiavano, gli altri sono rimasti a guardare, sghignazzando.

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«Si sono avvicinati chiedendomi perché li stessi fissando. Io ho risposto: non vi sto guardando. Mi hanno assalito, poi sono scappati». Così Marco (nome di fantasia), 17 anni, ha raccontato ai carabinieri l’aggressione-choc subita sabato pomeriggio al Piano, mentre aspettava l’autobus per tornare a casa, dopo la scuola. Ieri, accompagnato dalla mamma Patrizia Guerra, ha trovato il coraggio di presentarsi in caserma e denunciare i bulli, tutti minorenni. Uno di loro l’ha colpito alla testa con una cassa acustica portatile, l’altro l’ha preso a calci. Marco ha provato a difendersi. Nella colluttazione uno degli aggressori ha sbattuto contro un palo e ha perso del sangue. Le tracce sono state raccolte dagli investigatori, in cerca di testimoni e delle immagini riprese dalle telecamere di piazza Ugo Bassi.

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Il 17enne si sente perseguitato. È la terza volta che subisce un pestaggio, ora ha paura ad uscire di casa. Un’escalation di violenza: prima la tentata aggressione durante la Notte Bianca del 2019 (fu la madre a difenderlo da un bullo che stava per colpirlo, senza motivo), poi la rapina di settembre in piazza Roma (due senegalesi lo presero a calci per rubargli il portafoglio dallo zaino), quindi il pestaggio di sabato scorso. Mamma Patrizia è convinta che siano sempre gli stessi. «Magari ragazzi diversi appartenenti al solito gruppo – sostiene -. Secondo me sono prove di iniziazione di giovani che vengono invitati a dimostrare quello che valgono per farsi accettare dal branco. Questi non sono bulli, ma criminali. Ed è ora che la magistratura se ne accorga: si parla tanto di riabilitazione, ma prima di tutto dev’esserci una punizione severa, altrimenti non la smetteranno mai. Devono tutelare mio figlio, noi genitori: adesso chi lo accompagnerà a scuola tutte le mattine? Già l’hanno picchiato tre volte e i responsabili girano serenamente per la città. Alla quarta troverò mio figlio nella bara?».

Sabato i genitori del 17enne erano andati a Milano per partecipare ad un corso per diventare City Angels, volontari di strada a protezione dei più deboli. Un progetto che Patrizia sta cercando di portare ad Ancona. «Credo poco alle coincidenze, forse non è un caso che mio figlio sia stato malmenato proprio quando siamo partiti noi. Potrebbe essere una ritorsione», dice. Da tempo la mamma coraggio chiede un incontro al Comune per discutere del progetto City Angels. Oggi stesso potrebbe essere ricevuta dal sindaco Valeria Mancinelli. «Io ci ho messo la faccia, spero che qualcuno mi segua. Ma siamo stanchi di aspettare, vogliamo giustizia e risposte dalle istituzioni».




4 pensieri su “Immigrati si divertono a massacrare ragazzino italiano, preso di mira: “Vogliono mio figlio morto””

  1. Strano che non abbiano denunziato la vittima per non aver facilitato il compito al BASTARDELLO CRIMINALE, costringendolo a spaccarsi la faccia sul palo (denunciato pure lui a “palo libero”).
    PULA BASTARDA, PAESE DIMMERDA.

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