Le baby gang islamiche si prendono le città del nord Italia: in un mese identificati 132 minori

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Le città del nord stanno cadendo in mano alla marmaglia nordafricana di seconda generazione. Questo non per i barconi, ma per i ricongiungimenti familiari. Che sono una follia: stiamo favorendo l’invasione di giovani maschi afroislamici. E li paghiamo anche con reddito di cittadinanza e assegno unico.

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«Guarda parlano di noi». Nelle loro chat di WhatsApp scambiano commenti compiaciuti sulle notizie pubblicate dai giornali, sulle loro razzie in centro. Farciscono di «faccine» sorridenti i messaggi, rileggendo dei loro agguati nelle vie del centro, ad altri adolescenti, picchiati e depredati di tutto. Portafogli, orologi, occhiali. Mirano agli oggetti firmati, a tutto ciò che fa moda e che in qualche modo li fa sentire esclusi da quel mondo così lontano dalle periferie in cui vivono. Sono quattro o cinque gang formate per lo più da minorenni, qualcuno appena maggiorenne. Molti con origini nordafricane, venuti in Italia piccolissimi o nati qui. Nell’ultimo mese le forze dell’ordine ne hanno identificati 132.

L’altra sera i carabinieri hanno arrestato due baby rapinatori, uno di 15 e l’altro di 16 anni. Fermati in flagranza, poco dopo aver aggredito tre coetanei per rubare loro auricolari e portafoglio. L’agguato è avvenuto in corso San Maurizio all’angolo con via Giulia di Barolo, non lontano dagli altri luoghi in cui si sono verificati decine di episodi. Almeno quelli conosciuti. Non tutte le vittime, infatti, si sono rivolti alle forze dell’ordine per denunciare. Di solito sono numerosi nei loro assalti, quindici o venti: agiscono in branco per incutere timore, per sopraffare le vittime. Spesso con violenza gratuita. Pugni e calci a ripetizione, con la ferocia tipica del gruppo. «Sono bande in competizione tra loro. Come in un videogame o nei film di gangster» dicono gli investigatori che da tempo stanno indagando il fenomeno. Polizia e carabinieri stanno raccogliendo testimonianze, informazioni, per ricostruire le ramificazioni della gang. Un po’ com’era stato fatto per smascherare i banditi armati di spray urticante che scatenarono il panico in piazza San Carlo, la notte del 3 giugno 2017, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Come era accaduto per dare la caccia ai gruppi che la sera del 26 ottobre 2020, ai margini di una protesta contro le restrizioni anti Covid, avevano saccheggiato i negozi del lusso, partendo da via Roma. Fenomeni in un certo senso collegati, perché gli autori provengono dalle stesse zone della città, Barriera di Milano, Aurora, Borgo Vittoria, Mirafiori.

Adesso l’ondata di rapine, di sera o nel weekend. Colpiscono e poi fuggono in tram e in bus. Il centro città diventa un raggio d’azione: piazza Castello, via Verdi, via Sant’Ottavio, nei paraggi del Burger King, via San Maurizio. Passanti, altri adolescenti le loro vittime. I carabinieri hanno scoperto dopo gli ultimi due arresti l’uso dei social per celebrarsi. Stessa cosa avevano fatti i predoni di piazza San Carlo e i saccheggiatori dei negozi.

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Gli agenti del commissariato Centro sabato sera hanno denunciato un ventenne di origine magrebina che aveva rubato un giubbotto griffato a un coetaneo a spasso dalle parti di Palazzo Nuovo e un sedicenne che, sotto la giacca, aveva nascosto un manganello telescopico. Da inizio novembre ad oggi sono sei i ragazzi indagati dagli agenti del commissariato di zona con l’accusa di rapina, porto abusivo di armi, resistenza a pubblico ufficiale e false generalità. Uno è stato arrestato per aver preso a calci un’auto della polizia. Cento gli identificati, di cui il 40% minorenni.

Gli inquirenti chiedono alle vittime di denunciare e di fornire identikit dei loro aggressori. Con le scuole di via Sant’Ottavio e i commercianti della zona stanno portando avanti una campagna di prevenzione.

I figli degli immigrati sono la più grande minaccia. Non sono qui per pagarci le pensioni, ma per rubarci il futuro.

Paghiamo l’obbrobrio dei ricongiungimenti familiari.




2 pensieri su “Le baby gang islamiche si prendono le città del nord Italia: in un mese identificati 132 minori”

  1. Le espulsioni di massa, non solo dei clandestini, ma anche degli stranieri colla cittadinanza, che dovrà essere revocata, le potremo effettuare proclamando la legge marziale, quando avremo l’arsenale nucleare.

    Ora siamo troppo deboli. I patrioti hanno contro lo stato profondo, i tiranni di Bruxelles e i francesi. Questi ultimi ragionano nel seguente modo: noi stiamo male, malissimo, ma l’importante è che voi stiate peggio. Infatti quando Salvini chiuse i porti diedero in escandescenze.

    Nel 2023 Salvini potrà bloccare i ricongiungimenti familiari e sigillare le frontiere. E ci vorrà tutta, ma ce la faremo perché gli Dei sono dalla nostra parte.

    1. Ne dubito ianus, ne dubito, forse sono pessimista. Ma finché esisteranno superpotenze, o grandi potenze più forti di noi, interessate a sfruttare qualsiasi occasione per occuparci, compiere atti contro i sedicenti ‘diritti umani’ e le espulsioni di massa certamente sarebbero così etichettate ormai, non si tratta più di espellere qualche migliaio di persone, sono milioni, decine di milioni in tutta Europa.
      Credo ci siano solo due possibilità: o una devastante guerra, esterna probabilmente per innescare quella interna, tra autoctoni e immigrati per competere per il dominio, oppure una presa di coscienza collettiva, almeno delle maggiori potenze, il resto seguirebbe a ruota, farebbero la voce grossa cinesi e russi, paradossalmente, ma lo farebbero per motivi politici, non certo perché freghi loro qualcosa di arabi e neri, anzi. Quindi non sarebbero un problema.
      Ma non credo accadrà questa seconda ipotesi.
      Più facile, temo, che non se non si arriverà alla resa dei conti, una terza ipotesi, si farà largo, ossia che le ‘minoranze’ oltre a divenire ormai radicate da generazioni di nascite sul territorio, acquisiranno sempre più peso politico ed economico. Non dico arriverà presto il giorno in cui vedremo presidenti islamici o neri all’Eliseo, al Quirinale o al Bellevue, ma sicuramente vedremo presto ministri, deputati e senatori. In Francia e Regno Unito li vediamo già, e a volte si atteggiano a ‘conservatori’.

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