Giappone ha sconfitto il covid con le frontiere chiuse: variante delta si è ‘suicidata’

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Il Giappone ha sconfitto il virus con le frontiere chiuse. La percentuale delle persone che hanno ricevuto le due dosi è infatti pari al 75,5% sul totale dei 126 milioni di abitanti, meno dell’Italia e della Germania, ma i casi riscontrati sono solo 204 in tutto il Paese.

Chiudere le frontiere è come togliere aria ad un incendio, prima o poi il contagio si estingue. Come in Giappone, dove la ‘variante delta’ si è ‘suicidata’.

Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Genetica e dell’Università di Niigata sostiene che la variante Delta potrebbe essere sparita a causa di un eccesso di mutazioni che l’avrebbe portata ad “autoestinguersi”. Si sarebbe quindi eliminata da sola, in modo naturale. Tutti i virus mutano e nella maggior parte dei casi ciò porta dei vantaggi ai patogeni, che diventano più contagiosi o aggressivi. In alcune rare circostanze può però succedere che i cambiamenti che si verificano durante il processo di replicazione virale si rivelino controproducenti. A causa di questi “errori”, il virus diventa incapace di replicarsi, andando incontro a un’inevitabile scomparsa. I ricercatori ritengono che in Giappone la variante Delta potrebbe essere andata incontro a un destino simile.

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Secondo il professor Ituro Inoue, solo la scomparsa della variante Delta può giustificare il rapido crollo dei contagi verificatosi negli ultimi mesi. Attorno al 20 agosto i contagi giornalieri erano circa 24-25 mila al giorno, mentre oggi si verificano poche decine di infezioni quotidiane. Anche la media dei decessi è calata di molto, passando da più di 60 al giorno a 3. I ricercatori ritengono che la variante Delta avrebbe accumulato troppe mutazioni a carico della proteina nsp14, responsabile della correzione degli errori di copiatura durante la replicazione virale. Il suo malfunzionamento avrebbe determinato l’autodistruzione dell’agente virale.

Gli esperti giapponesi hanno formulato l’ipotesi dell’autoestinzione della variante Delta durante un’analisi dell’impatto dell’enzima APOBEC3A (diffuso nella popolazione asiatica, ma non in quella europea e africana) contro la proteina nps14. Questo studio ha portato i ricercatori a notare che la diversità genetica della variante Delta era molto più ridotta di quella della variante Alfa. Ciò ha portato il team del professor Inoue a scoprire che questa versione del virus aveva subito un blocco evolutivo, dovuto all’accumulo di mutazioni sulla proteina nps14. L’estinzione naturale del patogeno sembra l’unica spiegazione plausibile all’importante calo dei contagi. Inoue ha sottolineato che la variante Delta potrebbe andare incontro a un simile destino anche in altre parti del mondo. Si tratta però di uno scenario meno probabile, considerando che all’estero è stato riscontrato un numero di mutazioni a carico di nsp14 minore di quello osservato in Giappone.

Non può accadere perché, comunque, con le frontiere aperte entrano sempre nuove varianti sempre più aggressive. Le frontiere chiuse sono il migliore nemico del virus.




6 pensieri su “Giappone ha sconfitto il covid con le frontiere chiuse: variante delta si è ‘suicidata’”

  1. Il Giappone è già un paese popoloso.maniacali nell’ordine. L’apertura delle frontiere gli porterebbe soprattutto parecchi derelitti dal sud est asiatico.Sarebbero pazzi solo ad aprire le frontiere.

  2. Qui da noi invece i confini sono diventati come il Colosseo….Poi aumentano i contagi e qualche stronzo malcagato dà la colpa ai NOVAX.Ma vedano di andarsene a fanculo

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