Migrante uccide fratellino e sorellina italiani a bastonate: la richiesta dell’avvocato

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Sarà necessaria una ulteriore perizia per stabilire l’ora della morte di Giuseppe Dorice, il bimbo di 7 anni ucciso il 27 gennaio 2019 a Cardito, in provincia di Napoli, dal compagno straniero della madre, che si accanì su di lui e sulla sorellina:

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Lo ha stabilito la Corte di Assise di Appello di Napoli (presidente tal Barbarano) durante l’udienza che si è svolta oggi, 12 novembre, nell’aula 320 del Palazzo di Giustizia, dopo la richiesta di Pietro Rossi, legale della bestia, Tony Essobti Badre, condannato dalla Corte di Assise all’ergastolo e imputato anche in secondo grado per la morte del bambino.

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I nuovi accertamenti saranno fondamentali per valutare la posizione della mamma snaturata dei bambini, Valentina Casa, che risponde degli stessi reati ma sotto il profilo omissivo ed è stata condannata in primo grado a soli 6 anni di reclusione. La prossima udienza è fissata per 11,30 del 26 novembre.

Quella di Giuseppe è stata una delle vicende più tragiche degli ultimi anni. Quel giorno i due bambini vennero picchiati selvaggiamente dall’immigrato, che li prese a calci, a pugni e li finì a bastonate.

Non era stata la prima volta: come dimostrarono le indagini, i fratellini vivevano in uno stato di perenne paura e già in precedenza erano stati vittime di violenza. Anche a scuola si erano accorti che in quella casa qualcosa non andava: le maestre avevano notato delle ferite sulla bambina e lo avevano segnalato alla dirigente, ma né loro, né la responsabile, si erano poi rivolte alle forze dell’ordine.

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Quel pomeriggio il bambino venne lasciato esanime sul divano, le profonde ferite gli vennero medicate soltanto con una pomata che lo stesso Badre era andato a comprare dopo il pestaggio. All’arrivo dei soccorsi, chiamati da una parente dell’uomo, la piccola era in condizioni gravissime: aveva gli occhi così gonfi che non riusciva nemmeno ad aprire le palpebre. Giuseppe, invece, era già morto.

Ora gli inquirenti mirano a stabilire cosa sia successo a Giuseppe in quelle ore tra il pestaggio e l’arrivo del 118. Di certo il bambino è stato in casa agonizzante con le due sorelline e la madre, mentre Badre, come da lui stesso raccontato, è andato in giro, ha incontrato un amico ed ha acquistato hashish che poi ha fumato dalla madre.

Il dottor Nicola Balzano, il primo a visitarlo, ascoltato lo scorso 29 ottobre durante il processo di appello, ha spiegato che le lesioni al cervello erano state fatali e che l’ultimo colpo aveva innescato il processo irreversibile che avrebbe portato il piccolo al decesso anche nel caso fosse stato soccorso.

Un altro immigrato che deve morire. Chi uccide i bambini deve essere fucilato. Sulla madre: una che si mette in casa uno così andrebbe condannata all’inferno.

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