Italia discarica d’Europa: militari al servizio degli scafisti

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La Polonia, per difendersi dall’invasione di 2mila persone, sta provocando nuove tensioni tra Unione Europea e Bielorussia e Russia. Con il presidente del consiglio europeo, Charles Michel, che apre alla possibilità di finanziamenti Ue per la costruzione di muri sui confini orientali. Uno scontro internazionale sempre più duro per 2mila persone ferme da giorni e giorni sul confine tra Polonia e Bielorussia. E tutti ne discutono, tutti studiano contromisure e difese. Nuove sanzioni internazionali contro la Bielorussia.

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Ma 2mila persone sbarcano, in un paio di giorni, sulle coste italiane senza che le eroiche truppe di Lamorgese muovano un dito per respingerle. E tantomeno per far eseguire eventuali provvedimenti successivi di espulsione. Senza che qualcuno, a Bruxelles o a Strasburgo, si sogni di ipotizzare – solo ipotizzare – sanzioni contro Tripoli ed Ankara che decide le strategie della Tripolitania, contro la Tunisia e l’Algeria. Tutt’altro. Mattarella vola in Algeria tanto per far capire che più clandestini arrivano più Confindustria è contenta e, di conseguenza, anche il governo di Sua Divinità.

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Peccato che la vicenda polacca abbia fatto emergere la drammatica solitudine italiana sul fronte dell’invasione. Non si può organizzare un vertice sul clima da cui emerge che la sovrappopolazione di vaste aree europee, a partire dalla Pianura Padana, è incompatibile con la sostenibilità ambientale e poi far arrivare ogni anno decine e decine di migliaia di clandestini per andare ad intasare proprio le stesse aree. Non si possono chiedere ai sudditi ulteriori sacrifici legati agli aumenti di cibo e servizi, di auto e prodotti per la casa, e poi destinare crescenti risorse alle grandi risorse che vengono mantenute senza far nulla. E non è neppure il caso di ricordare i costi per la sicurezza, per la sanità, per la scuola.

Alcuni Paesi europei hanno detto “Basta!”. Gli altri, più ipocriti, si limitano a respingere gli invasori in arrivo dall’Italia. Ce li riportano indietro, dal confine di Ventimiglia o dalle montagne della Val Susa, ma assicurandoci la loro massima ammirazione per la nostra politica di accoglienza. Non importa neppure la collocazione politica dei governi europei. Gli invasori non li vuole l’Ungheria sovranista e non li vuole la Spagna socialista. Li respinge Malta sulla rotta dalla Libia e li respinge la Grecia sulla rotta turca. Li accoglie solo l’Italia atlantista e confindustriale, con l’ambizione di trasformarsi nel Bangladesh d’Europa.

Fincantieri ha bisogno di schiavi in appalto.