Immigrati nati in Italia: “Ci date la vostra cittadinanza ma non ci sentiamo Italiani”

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A proposito di chi vorrebbe approvare in Italia lo ius soli o ius culturae, che di fatto renderebbe ‘italiani’ centinaiana di migliaia di figli di immigrati (e non solo) dalla sera alla mattina, tra i giovani immigrati ai quali è già stata concessa la cittadinanza nel nostro Paese, solo il 38% si considera italiano. A parole almeno.

Il numero lo abbiamo recuperato da una ricerca dell’Istat.

Ius Culturae di Boldrini darebbe cittadinanza a 170mila arrivati col barcone – LEGGI

Sono sempre più gli stranieri nati direttamente in Italia da genitori entrambi stranieri, le cosiddette e famigerate seconde generazioni che hanno seminanto morte e terrore in Francia e Belgio. E che hanno di fatto reso tante nostre periferie territorio straniero.

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Negli ultimi anni è poi rapidamente cresciuto il numero di cittadini stranieri che ogni anno diventano italiani di carta, con una netta diminuzione nell’ultimo anno, anche grazie al decreto Salvini che ha reso meno facile ottenerla: sono ormai più di 1 milione.

Le province con il maggior numero di acquisizioni sono Milano, Brescia, Roma, Vicenza, Torino e Treviso”.

Stiamo allevando una serpe in seno. I fatali errori commessi da Francia, Belgio e Regno Unito non hanno insegnato nulla: anzi, Renzi e i suoi vogliono lo Ius Soli. E ora lo chiamano Ius Culturae. Ed è peggio dell’originale.

Se già a parole solo il 38 per cento dice di sentirsi (sentirsi non significa esserlo), significa che almeno il 62 per cento di chi acquisisce la cittadinanza italiana lo fa solo per interesse, ma si sente straniero: questo ha ed avrà sempre di più implicazioni devastanti sulla sicurezza nazionale.

Immaginate, come già avviene in Francia, Belgio e Inghilterra poliziotti e militari figli e nipoti di immigrati.

L’Islam si sta infiltrando nell’apparato di sicurezza dei paesi europei. Lo fa, ovviamente, attraverso i figli di immigrati che hanno la cittadinanza per ius soli e ius culturae: è la fase 3 dell’invasione. Il che spiega l’estrema facilità con la quale il terrorismo islamico ha colpito in Francia e Belgio.

Ora tocca alla Germania. Inquietante la vicenda dell’accademia di Polizia del distretto berlinese di Spandau. Vi abbiamo già parlato della denuncia di uno dei funzionari dell’accademia:

Poliziotto su colleghi islamici: “Questi non sono nostri colleghi, sono infiltrati”

La denuncia era stata poi confermata sia dalla stessa polizia che dal sindacato di riferimento, Gewerkschaft der Polizei (GdP), che ha raccolto le testimonianze di molti iscritti e di molti membri delle forze di sicurezza: ci sono membri di gang islamiche all’interno della polizia berlinese. E’ stato individuato con certezza un appartenente alla famigerata Guerrilla Nation, una banda di motociclisti arabi che terrorizza Berlino. Responsabile di omicidi e traffico di droga.

Ma in realtà la presenza di clan arabi e turchi all’interno della Polizia berlinese sarebbe estremamente estesa. Tanto da mettere a rischio la sicurezza nazionale.

Capita, quando dai la tua cittadinanza ai figli degli immigrati.

Ma è in Francia che il fenomeno è ormai fuori controllo, con l’islamizzazione che si diffonde come un cancro: ovunque. Aeroporti, scuole e trasporti pubblici sono ormai nelle mani dei fondamentalisti islamici. Perché la Francia ha importato nei decenni centinaia di migliaia di musulmani attraverso i ricongiungimenti familiari, poi ha dato loro la cittadinanza. E ora non può impedire che vengano assunti nel settore pubblico. Nella polizia. Nell’esercito.

A lanciare l’allarme è un rapporto parlamentare redatto dal deputato dei Républicains, Éric Diard, e da Éric Poulliat, parlamentare di La République en marche, il partito del presidente Emmanuel Macron, i cui contenuti sono stati anticipati dal quotidiano Le Point.

Nel Paese della laicità per antonomasia, che ha finito per scristianizzare la società e quindi renderò più permeabile all’islam, si prega rivolti verso la Mecca durante l’orario di lavoro e, secondo la denuncia dei sindacalisti del trasporto pubblico parigino, la Ratp, nei capolinea dei bus esistono addirittura uffici per soli uomini. Tra i dipendenti musulmani della società c’è anche chi si rifiuta di mettersi alla guida dei bus dopo che al volante c’è stata una donna. Le segnalazioni di episodi del genere sarebbero oltre cinquemila.

Decine di sospetti radicalizzati lavorano per le società che si occupano di garantire la sicurezza negli scali parigini di Charles-de-Gaulle e Orly. Novantacinque dipendenti vicini al terrorismo islamico pregano negli spogliatoi e che attraverso uno speciale tesserino rilasciato dallo Stato hanno accesso alle aree riservate e alle sale dove vengono stipati i bagagli da imbarcare negli aerei.

Dopo questa scoperta:

Parigi: 57 estremisti islamici lavorano in aeroporto

Ma i potenziali attentatori anziché essere licenziati furono trasferiti, in osservanza alla legislazione vigente in Francia, in un luogo prossimo all’aeroporto.

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E’ con le nostre leggi che ci sconfiggono. Del resto, se sono francesi, come li discrimini?

Anche nelle scuole sono in crescita le aggressioni a bimbi e adolescenti cattolici da parte dei loro coetanei musulmani per motivazioni religiose.

In sempre più scuole, per rispettare il Corano gli studenti vengono separati a seconda del genere. I rappresentanti sindacali dei pompieri, invece, raccontano di come in un caso sia stato necessario l’intervento di un Imam per convincere un agente ad alimentarsi durante il periodo del Ramadan. Nelle banlieu a maggioranza musulmana i soccorritori maschi vengono rifiutati se le vittime sono donne.

A preoccupare è anche la presenza di musulmani radicali tra le forze di polizia. Di per sé la radicalizzazione, spiega il quotidiano francese, non può essere causa di esclusione dal corpo di polizia e così si cerca di espellere i sospetti islamisti con altre motivazioni. Tutto, perché non si può negare ad un islamico di diventare francese: ci stiamo impiccando da soli in nome delle nostre leggi contro le discriminazioni. Che potevano andare bene in altre epoche, non quando sei invaso.

Eurabia: le città dove comandano gli islamici – Mappa

Philippe de Villiers, segretario di Stato al tempo di Chirac premier, noto politico sovranista tra Le Pen e i moderati francesi, è fratello del generale Pierre de Villiers, che dal 2014 al 2017 ha guidato le forze armate francese come capo di stato maggiore.

De Villiers politico ha raccontato in televisione ciò che suo fratello ha riferito al presidente in carica Macron: “Se le periferie daranno luogo a ulteriori e ancor più violente rivolte, non avremo modo di fronteggiarle: ci mancano i mezzi, ci mancano gli uomini. Ѐ questa la realtà della situazione politica francese”.

Perché non sono rivolte, è una rivoluzione demografica.

Questo conferma quello che è sotto gli occhi di tutti. Ed è lo stesso allarme lanciato poche settimane fa dall’ex ministro dell’Interno Collomb, dimessosi proprio per gridare l’allarme su quella che è una vera e propria ‘secessione’ etnica all’interno del territorio francese:

Francia, ministro interno: “Interi quartieri in mano islamica”

Immigrazione: “In 5 anni la situazione diventerà irreversibile”

Come altro definire una situazione che vede, ogni capodanno, migliaia di auto date alle fiamme, attacchi con molotov e kalashnikov contro le caserme di polizia, se non guerra?

Hallowen: migranti scatenano la guerriglia urbana in tutta la Francia – VIDEO

Ma come dicevamo, allarmante il livello di penetrazione nelle forze di polizia e militari:

Strage islamica a Parigi: assassino era membro intelligence polizia francese

La Francia è l’Italia tra un decennio. Se non invertiamo la rotta bloccando i ricongiungimenti familiari e le concessioni di cittadinanza:

L’ex presidente francese Giscard: “Che errore i ricongiungimenti familiari”

Il fenomeno sta iniziando anche da noi:

Giura Badar, il primo Carabiniere islamico – FOTO




4 pensieri su “Immigrati nati in Italia: “Ci date la vostra cittadinanza ma non ci sentiamo Italiani””

  1. Ma è normale che non si sentano italiani, il sangue non è acqua, è un elemento biologico fondamentale. E non è certo un dettaglio burocratico che può eliminarlo. Ed è proprio per questo che lo ius sanguinis è il criterio di cittadinanza più giusto e sensato. A loro l’acquisizione della cittadinanza giova esclusivamente per infiltrarsi nei ranghi del potere dello Stato e per trasformare la nazione a loro immagine e somiglianza. Non si assimilano, è impossibile, perché parliamo di masse consistenti di allogeni.

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