Rapinata in strada e picchiata senza pietà da marocchino: faccia sfondata a calci e pugni

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Massacrata di botte da un immigrato, che l’ha sorpresa ieri notte mentre stava comprando le sigarette a un distributore automatico sul marciapiede di via Giambellino e le ha strappato di mano il cellulare. “Se lo rivuoi, vieni a prenderlo dall’altra parte della strada”. Al rifiuto di lei, è scattata l’aggressione: la donna, trentatreenne, ha riportato un trauma cranico, la rottura delle ossa nasali e contusioni varie.

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Il pestaggio è finito solo all’arrivo della polizia, allertata da un cittadino che si era accorto della scena, attirato dalle urla della donna. Il rapinatore violento è finito in manette: è un marocchino di 26 anni con precedenti e irregolare sul territorio. La donna ha raccontato di essere scesa in strada, sola, attorno all’1.30 per acquistare un pacchetto di sigarette al distributore automatico vicino casa. Stava per prenderlo quando si è accorta di una presenza alle sue spalle.

Dietro di lei c’era un uomo, che poi si è scoperto essere il ventiseienne, che l’ha rapinata dello smartphone approfittando di un suo momento di distrazione e si è allontanato, urlandole “se lo rivuoi, vieni con me dall’altra parte della strada”, verosimilmente un pretesto per poi abusare di lei.

La trentatreenne non si è lasciata convincere e ha rifiutato di seguirlo, sospettando che volesse farle del male. Ma a quel punto il ventiseienne è tornato indietro e l’ha colpita violentemente con calci e pugni al corpo e al volto, senza fermarsi neppure quando la donna è finita a terra, e impedendole fisicamente di fuggire.

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Le grida della donna e i rumori in strada hanno fatto affacciare diversi residenti, uno dei quali ha telefonato al 112 chiedendo aiuto.

Quando la Volante della polizia è arrivata nel punto indicato, la vittima era sdraiata a terra, ancora bersaglio delle percosse del suo aggressore che come in trance non si fermava e sferrava pugni tanto che il ventiseienne non si è fermato neppure vedendo gli agenti, che lo hanno bloccato e arrestato in flagranza con le accuse di rapina e lesioni aggravate. La donna, che era sanguinante e pesantemente sofferente, è stata accompagnata all’ospedale San Carlo dove è stata visitata e medicata, rimediando 25 giorni di prognosi.

Era andata meglio alla donna marocchina di 41 anni, che il giorno dell’Epifania era stata picchiata dall’ex compagno algerino, quarantaquattrenne, in pieno giorno, in via Coppin in zona Ronchetto sul Naviglio.

In quel caso la donna non aveva avuto bisogno del trasporto in ospedale.

L’uomo, che non si rassegnava alla fine della loro storia, era stato arrestato per lesioni e denunciato per atti persecutori.




8 pensieri su “Rapinata in strada e picchiata senza pietà da marocchino: faccia sfondata a calci e pugni”

  1. La mmerdaccia andava linciata sul posto.
    Tale misura correttiva – invalsa nel civilissimo Far West – eradica il rischio di reiterazione del reato e consente altresì un significativo risparmio dei costi della fase dibattimentale e della complessiva gestione in carcere dell’ennesimo inutile e pericoloso criminale afro-islamico.

I commenti sono chiusi.