Anziano va a far le analisi e rom gli occupano casa: non può più entrare

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Un anziano è stato sfrattato da una rom e ora non può più tornare nella sua casa. L’ultima follia ha per teatro Roma, lo racconta il Messaggero oggi in edicola. Un caso che grida vendetta, consumatosi in poco tempo, quanto basta per rovinare la vita all’anziano che era uscito per sottoporsi a degli esami medici. Si era pertanto allontanato per poi trovare la serratura cambiata e l’occupante abusivo al suo interno: una rom, che gli ha impedito di entrare. Secondo la ricostruzione del quotidiano romano, la rom ha scardinato la porta blindata dell’appartamento in via Pasquale Del Giudice, nel quartiere romano Don Bosco. “Qui ora ci abito io, faccia quello che vuole”, sono state le parole dell’occupante al legittimo proprietario: un 86enne celibe, senza figli.

L’assurdità inaccettabile è che l’uomo non potrà tornare nella sua abitazione tanto facilmente e in tempi brevi. I carabinieri hanno spiegato al proprietario che, non essendoci un furto in corso, loro non potevano tecnicamente procedere allo sfratto forzato. Sarebbe dovuto intervenire un giudice per dare l’ordine. Infatti, l’occupazione abusiva prevede solo una denuncia in stato di libertà. Per la donna per ora è una pacchia: se ne sta in una casa non sua, molto ben arredata e accessoriata. Ha cambiato subuto il nome sul campanello, sta lì con la figlia e un cane e un cane. Sul terrazzino anche i panni stesi della famigliola abusiva, leggiamo nella ricostruzione del Messaggero. L’anziano per ora, in attesa che la situazione si sbrogli per via giudiziaria, è ospite del fratello.

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Il dramma era iniziato quando l’amministratore del condominio aveva avvertito l’anziano di avere udito rumori sospetti provenire dal suo appartamento. L’uomo, purtroppo, ha pensato che dei ladri fossero scappati in quanto sciperti dal portiere. E quindi non avvertì la polizia. Sarebbe andato il giorno dopo, a completamento delel sue analisi, a controllare che nn vi fossero effrazioni. Quindi la brutta sorpresa. La donna rom aveva preso possesso totale dell’immobile. Il suo racconto è drammatico: “Avendo paura di trovare ancora qualcuno all’interno, mi sono recato in un ufficio di polizia per chiedere un immediato intervento. Ma mi veniva consigliato di tornare a casa, cioè fuori casa; chiamare il numero di emergenza e aspettare l’arrivo, effettivamente immediato, di una pattuglia”. Questo il contenuto della denuncia. E ha poi aggiunto: “Gli operanti, però, dopo aver constato l’impossibilità di entrare nella mia abitazione con le mie chiavi hanno suonato. A quel punto compariva una donna a me sconosciuta che accettava di fare entrare i carabinieri”.

Tutto risolto? Macché, la beffa era agli inizi. “I militari, con mio immenso stupore, forse anche per evitare problemi di ordine pubblico nei miei confronti, mi invitavano ad allontanarmi dalla mia abitazione; nonostante avessi rappresentato loro che vivo e ho sempre vissuto lì. Quindi sono dovuto andare via e quella donna è rimasta dentro casa senza che io potessi fare nulla”. L’uomo si trova ora in una condizione di disagio estremo: senza i documenti sanitari, che per lui sono indispensabili, senza le medicine salvavita. Per non contare i tanti beni di valore.




14 pensieri su “Anziano va a far le analisi e rom gli occupano casa: non può più entrare”

  1. In ogni dove esistono poco di buono che, ovviamente dietro compenso, prestano l’opera che la loro natura li mette in grado di prestare. Tenete PREVENTIVAMENTE buoni rapporti, benché superficiali, con queste persone, conservatene un recapito. In caso di occupaziobe abusiva della vostra abitazione usate il portafogli e il telefono, ma non per chiamare la polizia. Lì per lì può sembrare costoso, ma tra alberghi, avvocati, danno alla salute dei nervi e quant’altro è una soluzione di gran lunga più favorevole. E più rapida.

    1. Mi sembra fossero Primo Levi e Otto Frank. E molti altri. Non esistono “prove fisiche originali” ma quelle che loro chiamano “ricostruzioni”. E poi ovviamente ci sono le loro testimonianze. Potremmo ricordare “l’ottovolante della morte”, “il segatore mortale”, “il muro di occhi” e molte altre fra tutte le cagate che abbiamo sentito e che poi in realtà sono esistite solo nella loro mente.

      1. La mia preferita forse è quella riguardo al “gas letale” Zyklon: prodotto in USA fra gli anni 20 e 40 per spidocchiare i messicani. Tale J.R. Hurley, ufficiale sanitario USA di El Paso, ci ha lasciato moltissima corrispondenza al riguardo e ci spiega anche che lo Zyklon B non andava tanto bene contro le zecche ma funzionava solo per i pidocchi e che quindi sarebbero passati alla versione D con il lotto successivo acquistando anche una partita di versione E contro gli scarafaggi.

        1. veramente era prodotto in Germania dalla IG Farben, poi divenuta BASF, e sicuramente era letale… per i pidocchi nei materassi e nei vestiti, e lasciava una bella tinta bluastra sulle pareti, visibile ancora oggi, tinta di cui non c’è traccia nella cosiddetta camera a cosa sappiamo di dove sappiamo…

          Non so se avessero concesso una licenza per produrlo altrove.

          1. Nel 1929 IG Farben non era ancora stata costituita. L’azienda produttrice originale faceva parte del conglomerato DEGESCH che era una emanazione diretta del ministero della sanità e si occupava per l’appunto di prodotti per la sanità pubblica. Proprio in quell’anno hanno concesso la licenza per la produzione all’azienda americana Cyanamid da cui Hurley, di cui scrivevo prima, si approvvigionava.
            I trattamenti sono iniziati nel 1917 a seguito della pubblicazione da parte del governo di Woodrow Wilson del “manuale per l’ispezione e la disinfezione degli alieni”. Solo nell’anno 1917 sono stati zyklonati oltre 130mila messicani e nessuno è morto.

          2. beh, sicuramente e comunque bene non farà, come una bella boccata di aria di montagna a 2000 metri…

            Comunque, dove sappiamo, c’era una stanza apposita per lo spidocchiamento di materassi e indumenti, visibile ancora oggi

          3. sembra comunque che dopo la quarta risposta ad un messaggio, il collegamento per rispondere ulteriormente vada in ferie

          4. Beh, credo che purtroppo potremmo parlarne fino alla fine dei nostri giorni… Rimango propenso a pensare che il rapporto fra i numeri sia simile a quello proposto da Meluzzi per i morti di covid e i “canali di propaganda” per le due storielle sono praticamente gli stessi.

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