PORTI CHIUSI AD OLTRANZA FINO A RITIRO GREEN PASS, L’ANNUNCIO DI PUZZER: “GOVERNO FUORI DA REALTA'”

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Da Trieste, ‘perno’ mediatico del sistema portuale in queste ore, arriva il messaggio perentorio di Stefano Puzzer, portavoce dei portuali locali: “Blocchiamo tutto, il governo deve rendersi conto. Stanno perdendo il contatto con la realtà”, dice a Non è l’arena, su La7, ribadendo il no al Green pass e scartando la soluzione di tamponi gratuiti per i lavoratori. La situazione appare più fluida in altri porti italiani.

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“Abbiamo parlato con i colleghi degli altri porti, si vedrà venerdì. Noi abbiamo chiesto un appuntamento al prefetto, speriamo che il governo cancelli il decreto. Io sono vaccinato, ma non posso accettare di lavorare tranquillamente mentre miei fratelli, che hanno condiviso questi due anni con me, debbono stare a casa”, aggiunge Puzzer. “Il porto di Trieste lavora al 90% con l’export: vogliamo vedere cosa dicono gli armatori europei quando vedono che le loro merci vengono bloccate per un decreto adottato solo in Italia”. E se non ci sarà nessuna modifica alle norme? “Andremo avanti fino a quando non verrà tolto il Green pass. Non lo stiamo facendo solo per i portuali, lo facciamo per tutti gli italiani”.

A Genova, dove alcune aziende sono pronte a farsi carico del costo dei tamponi, i portuali non vaccinati sarebbero il 20% del totale. “Siamo assolutamente contrari a come si sta gestendo la questione green pass e tamponi. Se lo Stato ritiene che il vaccino debba essere obbligatorio, che lo renda tale, assumendosi le proprie responsabilità e senza delegarle ai lavoratori, tra i quali c’è tanto timore. Che si trovino altre soluzioni. In Italia ci sono 12 vaccini obbligatori; 13 non farebbero la differenza”, dice all’Adnkronos Josè Nivoi, portavoce Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp) e dirigente sindacale Usb del porto di Genova.

“In Italia, secondo la legge 81/2008 che riordina tutte le norme in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, tutto quello che li riguarda deve essere a carico dell’azienda per cui lavorano. Noi vogliamo che ogni dipendente abbia la possibilità di fare un tampone prima di entrare all’area portuale, per questione di maggiore sicurezza; una sicurezza che solo il tampone può dare e non il green pass. E questi tamponi devono essere pagati dall’azienda perché non è giusto che un lavoratore debba perdere metà del suo stipendio per queste ragioni. Vero è che se ti fai il vaccino hai meno probabilità di morire ma il green pass non è sinonimo di sicurezza”, aggiunge.




4 pensieri su “PORTI CHIUSI AD OLTRANZA FINO A RITIRO GREEN PASS, L’ANNUNCIO DI PUZZER: “GOVERNO FUORI DA REALTA'””

  1. Cosa vuoi che dica un armatore europeo…

    “Pronto? Porto di Capodistria? Ho 8 portacontainer da far attraccare. Le prendete? Ah, da voi non c’è quella stronzata di ghei pass? Ottimo. Arriviamo fra 48h.”

  2. Non vorrei che i portuali stiano d’accordo con Draghi e Mattarella, ovvero stiano creando un casino pazzesco per dare l’occasione ai due per mettere l’obbligo vaccinale: mi dispiacerebbe perché con tutti vaccinati potrebbero coprire le future morti di vaccino.

    1. Mah… Mettendolo se la prenderebbero comunque in culo, dato che nessuno assicurerebbe che non ci saranno rivolte serie e che stavolta andranno a segno nel bersaglio giusto. Sono sotto scacco loro, non noi.

I commenti sono chiusi.