Immigrati commettono 700 reati al giorno: “Italia merda” – VIDEO

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Gli immigrati commettono 700 reati al giorno: e sono solo quelli denunciati.

Senza immigrati, se per grazia divina sparissero tutti, l’Italia registrerebbe oltre 255mila reati in meno l’anno. Non sarebbe il paradiso, ma ci si avvicinerebbe molto. Torneremmo ai magnifici anni ’80, probabilmente l’epoca migliore dell’Italia unita.

Eravamo ‘ricchi’, ma non da così tanto tempo da non rendersi conto che basta poco per non esserlo più, le nostre città non erano percorse da orde di afroislamici accampati ovunque. E l’unico pericolo che si poteva correre era incontrare una banda di ‘paninari’ o ‘metallari’.

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Il programma di Giordano a raccolto in video alcune tra le migliaia di aggressioni che vedono protagonisti i migranti:

Ogni giorno tre donne vengono stuprate da un immigrato.

Il fenomeno è particolarmente preoccupante nelle aree dove la presenza di immigrati è più massiccia, dove i governi Pd che si sono succeduti hanno creato alcuni avamposti del terrore, piazzando migliaia di finti profughi in strutture ricettive e tendopoli. Ma è tutta l’Italia ad essere preda di selvaggi di ogni dove; abbandonata ad una immigrazione incontrollata che Salvini ha bloccato per 14 mesi in ingresso, ma che, anche chiudendo le frontiere, si impiegherà anni a bonificare.

Quando i fenomeni seguono un andamento epidemico, mimando quello di una malattia contagiosa, le spiegazioni possono essere solo due: una sorta di contagio comportamentale dove l’emulazione ha il posto che i virus hanno nelle malattie, oppure, una causa scatenante comune. La seconda che hai detto: l’immigrazione.

E’ del resto evidente da anni che l’aumento della popolazione immigrata è strettamente legata all’aumento del numero di stupri:

Crollano i crimini (- 15%), crescono solo quelli degli immigrati

Noi quel problema lo abbiamo individuato, gli immigrati hanno una incidenza allo stupro dieci volte superiore a quella degli Italiani; l’aumento della popolazione immigrata ha portato ad un aumento del numero di violenze sessuali ed aggressioni. Ogni giorno, gli immigrati sono protagonisti di una mattanza senza fine. E chi non lo vuole vedere, ne è complice. E forse, da pervertito, ne trae godimento.

L’ovvia considerazione finale e’ che l’Italia e’ sotto l’assedio di popolazioni ostili. E come sempre accade durante gli assedi, il nemico interno, irretito da promesse, ha aperto le porte e va dicendo che “e’ solo un cavallo di legno”. A questo nemico interno hanno promesso oro, verseranno anche il suo sangue. Purtroppo, col suo, verseranno anche il nostro. E lo stanno già facendo.

Già prima del lockdown, i reati degli italiani continuavano a diminuire, ma aumentavano quelli degli immigrati:

Leggere in questi giorni sedicenti intellettuali di sinistra – parola abusata – non versare una parola di orrore e pietà per la ragazzine stuprate, ma profondere tutto il loro impegno, e la loro scarsa vena intellettiva, nell’allontanare la colpa dall’immigrazione e celebrare il raro pestaggio di un immigrato da parte di italiani è una conferma: sono dei malati mentali. Dei pervertiti. Non può essere solo la foga di fare business, c’è qualcosa di più profondo: un masochismo interiore che li spinge a difendere i carnefici della loro gente.

Ma c’è di più. Quando si guarda a personaggi come Casarini, Lucano e Bergoglio, oltre l’istintivo ribrezzo, non si può non chiedersi cosa li spinga a comportamenti così anti-naturali. Cosa li porti a prostrarsi davanti al diverso e godere nel favorire la distruzione della propria civiltà. E non può essere solo un perverso masochismo.

Recentemente stati pubblicati due interessanti studi sull’intelligenza e la sua correlazione con il cosiddetto ‘pregiudizio razziale’. Ancora una volta, viene dimostrato come vi sia una correlazione positiva: al decrescere dell’intelligenza, decresce anche il ‘razzismo’.

I due studi di cui andiamo a parlare hanno analizzato l’effetto della stimolazione elettrica sul cervello – elettroshock a bassa intensità (EBI) – sul quoziente intellettivo e sull’atteggiamento degli individui rispetto a persone ‘diverse’.

Il primo studio, pubblicato su Behavioural Brain Research ha cercato di comprendere l’effetto di questo EBI sull’aumento del QI. Il risultato è stato scoprire ceteris paribus un effetto negativo. L’effetto negativo era concentrato soprattutto in una della misurazioni del QI, quella del ragionamento percettivo.

Il RP è una categoria di ragionamento fluido non verbale, ovvero la capacità di pensare in modo logico e applicare la logica a problemi nuovi escogitando soluzioni innovative.

Si tratta di uno dei quattro gruppi di ragionamento testati dal Weschsler Intelligence Scale for Children.

Cosa ancora più interessante, è che i ricercatori, analizzando ancora più in particolare la categoria del RP, hanno scoperto l’effetto negativo essere particolarmente forte nella sottocategoria del ragionamento matrice, dove i partecipanti, dopo avere presa visione di due gruppi di simboli doveva comprendere quale fosse il simbolo mancante dall’altro gruppo. Questo tenetelo a mente, perché servirà a capire il prossimo studio che vi illustreremo.

Lo studio del Leiden Institute of Brain and Cognition, pubblicato su Brain Stimulation, ha dimostrato che le persone sottoposte a EBI somministrati alla parte frontale del cervello, mostrano una forte diminuzione del ‘pregiudizio razziale’. In sintesi: non fanno differenze tra individui in base alla loro razza/etnia.

A parte l’inquietante motivazione di questo studio, che potete bene immaginare (creare individui lobotomizzate e quindi buonisti alla cantante amico dei profughi), i due studi comparati tra loro mostrano un’evidenza inequivocabile: alla riduzione dell’intelligenza corrisponde una consequenziale riduzione del cosiddetto razzismo. E attenzione, con razzismo non si intende ‘odiare qualcuno’, ma comprendere che siamo diversi, e che non è evolutivamente sensato fare entrare individui geneticamente diversi da te nel tuo territorio.

Non è strano, che uno dei gruppi umani con il QI più elevato, gli ebrei askenaziti, siano anche uno dei gruppi meno propensi al meticciamento. E questo lo si nota in tutte le popolazioni.

Riprendete il risultato del primo studio: presa visione di due gruppi di simboli doveva comprendere quale fosse il simbolo mancante dall’altro gruppo. Ecco, chi predica l’accoglienza è incapace di riconoscere il ‘simbolo mancante’. Il problema è che sono al governo. Sulle navi della Marina. E in televisione. E sono tutti scemi.

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Insomma, volevano capire come renderci tutti ‘amici dei migranti’, e hanno scoperto che l’unico modo per farlo è renderci tutti più scemi. Alcuni, scemi, lo sono già al naturale.

Tornando agli ultimi dati disponibili dei crimini commessi dagli immigrati:

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«Il tasso di criminalità degli immigrati stranieri in quasi tutti i Paesi dell’Europa occidentale è più alto di quello della popolazione nativa». Uno studio conferma quello che da anni è sotto gli occhi di tutti.

http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/

La ricerca della Fondazione Hume, presieduta dal sociologo e docente Luca Ricolfi, è dominata dai numeri: Crimine e Immigrazione in Italia, è stata realizzata dal sociologo della Sapienza Luigi Maria Solivetti.

L’Italia, secondo lo studio, rappresenta un caso critico in Europa. Fino al 1993 la popolazione immigrata era lo 0,4%, ma dagli anni Novanta ha avuto una crescita dei flussi tanto da arrivare, nel 2017, a una popolazione immigrata straniera pari al 10,2% del totale (circa 6,05 milioni, comprende i clandestini e i ‘nuovi italiani’).

«Questo rapido e incontrollato incremento di flusso immigratorio scrive il professor Solivetti – avveniva nonostante l’alto tasso di disoccupazione (circa 10% della forza lavoro 1995-2015), l’elevato livello d’ineguaglianza economica, la rigidità del mercato del lavoro e il basso livello della libertà economica: tutti aspetti sfavorevoli all’integrazione e al benessere economico degli immigrati».

In sintesi: sono arrivati immigrati, benché non servissero. Avevamo questo dubbio…

E scrive il sociologo, che “le principali teorie criminologiche suggeriscono alti tassi di delinquenza nella popolazione straniera immigrata”.

In una società dove ci sono difficoltà a integrarsi (perché le popolazioni sono troppo diverse, come nel caso dell’immigrazione in Italia), gli immigrati reagiscono tendendo a compiere crimini perché hanno meno possibilità di «raggiungere il successo o il benessere» lecitamente.

Ma andiamo a guardare i dati, che sono a dir poco sorprendenti e che provengono dall’Istat, istituto che a sua volta li ha raccolti da due fonti: gli archivi delle Procure (con numeri relativi a procedimenti contro individui e alle condanne definitive) e i dati raccolti dal Ministero dell’Interno che provengono dalle forze dell’ordine (cioè tutti i delitti denunciati). Ebbene, in tutti le tipologie di delitti commessi in Italia la percentuale di immigrati imputati è sempre più alta, in proporzione alla popolazione, rispetto ai nativi (che i termini assoluti compiono più reati ma sono anche dieci volte più numerosi). Vediamo l’omicidio volontario: dal 2006 al 2015 gli immigrati imputati sono cresciuti del 22% mentre i nativi sono diminuiti del 17%. E le lesioni volontarie: negli ultimi 30 anni sono saliti da 400 a circa 11mila gli immigrati imputati. Poi la violenza sessuale: è cresciuta dai 2 ai quasi 10 casi ogni 100mila abitanti in 30 anni e il «contributo» degli immigrati stranieri è decisivo.

Nel triennio 1995-97, la prima impennata, con 1713 nativi imputati che arrivano a 1949 bel 2013-15, ma il boom è degli imputati immigrati che sono passati da 317 a 1050.

Saviano ridens sulle vittime degli immigrati, per lui non esistono

Le tendenze sono evidenti per tutti i reati illustrati nello studio: sfruttamento della prostituzione, rapina, estorsione, traffico di droga, violenza a pubblico ufficiale eccetera. Insomma, un quadro tutt’altro che lusinghiero.

E non c’è spazio per appigliarsi a presunte discriminazioni né da parte dei giudici né delle forze dell’ordine, come sostiene lo studio di Solivetti, perché le statistiche non possono essere messe in discussione e, inoltre, perché una vittima che denuncia un delitto lo fa e basta, non ponendosi il problema della provenienza del criminale.

In conclusione, afferma lo studio, questa situazione è stata determinata dai flussi migratori troppo veloci e incontrollati in un contesto sociale caratterizzato da diseguaglianza economica e disoccupazione e da ‘rigidità economica’ (ovvero gli italiani tendono a non farsi sopravanzare economicamente dai nuovi venuti, che reagiscono commettendo reati).

Giornalisti ammettono di minimizzare e nascondere crimini immigrati

Quindi, la società italiane, tra quelle europee, è quella meno adatta ad accogliere immigrati. E poi, non meno importante: non li vogliamo.

Ma attenzione a declinare il tutto a questione ‘sociologica’, questo vale per molti immigrati, ma non per quelli provenienti da zone dove certe pratiche, come lo stupro, sono la normalità. E per altri biologicamente più propensi al crimine perché portatori di una proporzione ‘testosterone-QI’ sfavorevole.

E nell’ultimo periodo abbiamo assistito ad un calo dei reati, per due fattori convergenti: la diminuzione degli arrivi di immigrati e il calo dei crimini commessi da italiani. In pratica, gli immigrati non sono riusciti a ‘compensare’ il calo dei ‘reati italiani’.

E delinquono più degli italiani sia i clandestini che i ‘regolari’.