Il marocchino ha atteso che nel locale ci fossero solo donne italiane da ammazzare: “Voleva ucciderci in nome di Allah”

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Ogni tanto Carmen De Giorgi si fermava a fare due chiacchiere al bar Primavera di via Primo Maggio, a Luserna San Giovanni. Lunedì sera era insieme alla sua amica Simona Davit. Era un periodo complicato per lei, 44 anni, un trasloco a cui pensare, un infortunio nella fabbrica dell’acqua Sparea, dove aveva un contratto stagionale, che la stava tenendo lontana dal lavoro troppo a lungo e l’avrebbe costretta a sottoporsi a un’operazione, qualche difficoltà economica. “Ho la pelle resistente, io. Quelle come me sono dure a morire”, ha detto l’altra sera a Maria Aiello, la madre della titolare del bar. Parlava delle difficoltà quotidiane. Non immaginava che da lì a poche ore Mehdi Hounafi, 34 anni, marocchino, l’avrebbe uccisa a coltellate.

“Ha ammazzato Carmen perché era la più vicina, ma avrebbe potuto massacrare chiunque altra di noi”, racconta Anna Chiara, la titolare del bar. Infatti ha ferito anche Simona, l’amica che ha cercato di difendere Carmen, e la nipote di Anna, 29 anni. “Ha aspettato che nel locale rimanessero solo donne” , dice la barista. Anna si è rifugiata in bagno. “Poi mio figlio lo ha allontanato tirandogli una bottiglia di vetro in faccia”.

“Sembrerebbe che tutto sia scaturito da avances fatte dall’aggressore alla vittima che lei avrebbe respinto ma sono ipotesi in fase di accertamento “, spiega il comandante della compagnia di Pinerolo, il capitano Alberto Azara.

“Lunedì era la prima volta che si parlavano – assicurano Simona e Anna – Lui è un cliente, sembrava tranquillo, anche se il decoratore per cui lavorava, a Torre Pellice, lo aveva licenziato un mese fa perché diceva che aveva iniziato a comportarsi in modo strano”.

L’altra sera si è fermato a chiacchierare. “Voleva offrire da bere, continuava a dire che avrebbe pagato lui ” , racconta Anna. Verso le 23 è uscito a fumare una sigaretta con Carmen nel dehors, ” ma era tranquillo, non sembrava una situazione di cui preoccuparsi ” , racconta Alì, il titolare della locale specializzato in kebab accanto al bar, che ha visto quella scena poco prima di chiudere e soltanto ieri mattina ha scoperto cosa è successo dopo.

“Carmen e quell’uomo hanno parlato un po’, lui si è messo a farci dei video. Diceva cose strane come” sono marocchino, Allah mi protegge”. Poi ha tirato fuori il coltello. Ha fatto una foto anche prima di scappare”, racconta Anna.

Hounafi è scappato a piedi, ha buttato il coltello dietro al distributore di sigarette della tabaccheria, qualche centinaio di metri più in giù, non lontano da casa sua. Non si è nascosto, ha continuato a vagare in via Primo Maggio e quando è carabinieri lo hanno fermato, poco dopo, aveva ancora la maglietta sporca di sangue. “Arrivo dal bar, è successo un casino”, ha detto.

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Carmen aveva una figlia, Francesca, 18 anni. “Era legatissima a lei”, racconta Valter Fries, il padre della ragazza che vive a poche case di distanza dall’ex moglie. Sono stati insieme per 18 anni, da tre erano separati. “Io mi occupo di cavalli e lei li adorava, ci siamo incontrati così – racconta – L’avevo sentita due giorni fa perché aveva bisogno del trapano per il trasloco. Poi l’altra notte sono stato svegliato dalle telefonate del fratello, Simone”. Simone De Giorgi è soffocato dal dolore: “Pagherai per quello che hai fatto”, scrive sui social.

Una donna italiana ammazzata a coltellate da un islamico al grido “Allah” e i media ne parlano a malapena. Nonostante l’enormità di quanto avvenuto.

Cosa insegna questa vicenda? Non si rivolge parola all’immigrato.

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3 pensieri su “Il marocchino ha atteso che nel locale ci fossero solo donne italiane da ammazzare: “Voleva ucciderci in nome di Allah””

  1. Lo definiranno il solito lupo solitario, caro Ugo, perché “l’islam è buono e pacifico”. Intanto lui ha agito come allah comanda.

I commenti sono chiusi.