Riace, Finanziere: “Lucano si rese conto che con porti chiusi immigrati stavano finendo”

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«Il progetto Cas era il salvadanaio del modello Riace». È uno dei passaggi più importanti della deposizione del colonnello della Guardia di Finanza Nicola Sportelli, teste chiave dell’accusa al processo in cui l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato condannato a 13 anni di carcere.

Era imputato insieme ad altre 25 persone per associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa sulla gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati.

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«Il Cas era la famosa economia che Lucano riusciva a fare – ha testimoniato il finanziere – un guadagno pulito senza riuscire a fornire i servizi». Sotto la lente di Sportelli anche alcune somme che Lucano, con l’aiuto degli imputati Capone e Ierinò, avrebbe distratto dal conto dell’associazione Città Futura a beneficio di alcuni fornitori riacesi in difficoltà con la rendicontazione dei bonus da presentare come pezze d’appoggio. «Si tratta – ha osservato il teste – di somme dello Sprar, quindi soldi pubblici, la cui distrazione non aveva nessuna finalità con l’accoglienza».

Rispondendo alle domande del pubblico ministero Michele Permunian, Sportelli rimarcava come «al fine di poter ottenere risorse in più, si faceva apparire costi non sostenuti con prestazioni occasionali fittizie, che servivano solo a gonfiare i costi». Come riscontro a queste ipotesi investigative ci sarebbe una fattura di prestazioni di servizio pagata da Città Futura all’associazione Welcome, istituita nel 2016, di 62 mila euro ritrovata dagli inquirenti nella rendicontazione del Cas. «Ma nel 2016 – ha precisato il teste – l’associazione Welcome non aveva dipendenti».

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«Il sindaco Lucano aveva un interesse politico nei progetti di accoglienza». È uno dei passaggi chiave della deposizione del colonnello

Le banche dati degli ospiti non venivano aggiornate per garantire che gli immigrati dei progetti Sprar trattenuti a Riace rimanessero più del dovuto: «Lucano – ha riferito infatti il colonnello – si stava rendendo conto che gli immigrati stavano finendo, e se fossero andati via a Riace non sarebbe rimasto più nessuno».

Capito? E’ quello di cui si erano resi conto a livello nazionale le coop e il Vaticano: gli immigrati stavano finendo. I porti chiusi avevano tagliato in 14 mesi gli ospiti da loro gestiti da quasi 200mila a 100mila, con un trend che avrebbe visto rimanere poche migliaia entro la fine del 2020. Non potevano permetterlo come non poteva Lucano.

Dal racconto di Sportelli emergono anche forti contrasti tra le associazioni che gestivano i progetti a Riace, con i fedelissimi di Lucano organici a Città Futura, Prociv e Oltre Lampedusa uniti a fare fronte comune. «Il suo scopo – ha affermato il colonnello – era quello di avvantaggiare le associazioni della sua cerchia». Clientele politiche. Voto di scambio.




2 pensieri su “Riace, Finanziere: “Lucano si rese conto che con porti chiusi immigrati stavano finendo””

  1. Notate bene che più di dieci dei tredici anni glieli hanno dati per peculato. In pratica va in gabbia perchè ha rubato privatamente e non tramite i negri per il piano e per il partito.

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