A 11 anni stuprata a turno da quattro zingari: amiche minacciate non testimoniano

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Le amiche della vittima, trascinata in un vicolo e violentata, non si presentano in aula per testimoniare e i giudici ne ordinano l’accompagnamento coattivo.

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Passaggio a vuoto al processo a carico di quattro giostrai, accusati di avere abusato della bimba nei giorni successivi alla festa della Madonna di Fatima, ad Aragona, dove era stato allestito un luna park in cui gli imputati lavoravano.

Si tratta di Bogdan Petru Corcoz, 22 anni, di origini rumene e residente ad Aragona; Vasile Lucian Isache, 25 anni, anche lui residente ad Aragona e nato in Romania; Costantin Cosmin Babiuc Pavel, 24 anni, rumeno e Riccardo Fonte, 60 anni, di Caltanissetta. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata.

In una delle udienze precedenti c’era stato il drammatico racconto in aula della madre. “Era uscita con alcune amiche ed è stata adescata da quattro uomini che l’hanno trascinata in un vicolo e, a turno, l’hanno violentata”. La vittima, all’epoca dei fatti, il 13 maggio del 2015, doveva ancora compiere dodici anni.

La ragazzina (costituita parte civile ed assistita dagli avvocati Daniela Posante e Antonella Arcieri), è stata già ascoltata durante l’incidente probatorio. La madre, invece, è stato il primo teste sentito al processo, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato.

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La donna, citata dal pubblico ministero Elenia Manno, aveva risposto pure alle domande dei legali degli imputati (il collegio difensivo è composto dagli avvocati Salvatore Cusumano, Samantha Borsellino, Marcello Lus e Valentina Burgio) e ha confermato quanto raccontato in aula dalla ragazzina.

“Non ci ha detto subito cosa fosse accaduto – ha spiegato -, abbiamo notato che era a disagio e ha iniziato a raccontarci che era stata adescata in un vicolo e aveva subito abusi. Le sue amiche si erano allontanate e non hanno nè assistito nè potuto chiamare soccorsi”.

La denuncia, nei giorni successivi, portò all’individuazione di alcuni sospettati che furono sottoposti ad intercettazioni.

Le ragazzine avrebbero dovuto riferire la loro versione dei fatti ma non hanno risposto alla convocazione. Torneranno, dopo essere state accompagnate dalle forze dell’ordine in aula, l’8 novembre.




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