Tunisini padroni di Livorno: nessun arresto dopo la guerriglia e le devastazioni

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Nessun arresto per le devastazioni nordafricane a Livorno.

Sei giovani identificati e indagati per la guerriglia di mercoledì sera tra via Buontalenti e via del Fante. Sequestrati – nel blitz avvenuto all’alba di ieri – pugnali e coltelli che gli investigatori hanno trovato negli appartamenti dove vivevano i sospettati, nella zona della Guglia e Colline. È questo il primo bilancio dell’indagine lampo condotta dalla procura di Livorno e affidata a un pool di agenti e carabinieri per dare una risposta il più rapida possibile dopo lo scontro tra bande avvenuto mercoledì sera, quando una quarantina di persone – probabilmente giovani tunisini – si è affrontata intorno alle 21.30 con mazze, spade, coltelli e armi in pieno centro, lasciando alle proprie spalle paura e devastazione.

Un’inchiesta ancora in fase embrionale e con molti aspetti da chiarire. A cominciare dal movente che ha innescato lo scontro. Ai primi sei giovani, di età compresa tra i venti e trent’anni e di origine tunisina, gli agenti della squadra mobile e i carabinieri del nucleo investigativo e operativo sono arrivati analizzando decine di video che sono stati registrati durante gli scontri, sia dalle telecamere lungo le vie teatro del regolamento di conti, sia dai residenti. È attraverso alcuni fotogrammi più nitidi che hanno potuto dare un nome e un cognome ai primi responsabili. Soggetti già conosciuti dalle forze dell’ordine.

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Così all’alba di venerdì 17 settembre sono scattate le perquisizioni tra via Giordano Bruno e via Badaloni. Quando gli agenti e i militari hanno bussato alle porte, però, all’interno degli appartamenti non hanno trovato nessuno. Molto probabilmente, infatti, dopo quello che è avvenuto e l’eco che ha innescato, i responsabili hanno visto bene di far perdere le proprie tracce. In compenso sono state trovate e sequestrate una serie di armi bianche che potrebbero essere state usate anche nella rissa di mercoledì. Gli stessi inquirenti hanno interrogato i due venticinquenni rimasti feriti durante gli scontri, ma nessuno avrebbe collaborato per chiarire alcuni aspetti della vicenda.

È con questi primi elementi che ieri mattina in procura è stato fatto il punto della situazione in una riunione alla quale ha partecipato il pubblico ministero che segue l’inchiesta e i vertici delle forze dell’ordine coinvolte nell’indagine. Contestualmente è stata anche depositata una prima informativa con i risultati degli accertamenti effettuati nelle ultime 48 ore. L’obiettivo, chiaramente, è quello di individuare al più presto le trenta, forse quaranta persone che si sono affrontate e soprattutto capirne il motivo. L’ipotesi più accreditata è ancora quella del regolamento di conti per questioni di droga. Non è escluso – e questo spiegherebbe il movimento di auto – che intorno alle 21.30 di mercoledì in via Buontalenti fosse programmato uno scambio di sostanze stupefacenti e qualcosa si andato storto: uno sgarbo, un problema di soldi. Oppure che una parte dei protagonisti avesse teso un agguato a un gruppo rivale. Ecco perché tutti erano armati e pronti al peggio.

Al momento i reati che vengono ipotizzati sono quello di rissa aggravata, danneggiamenti e porto abusivo di armi. Ma le ipotesi potrebbero cambiare nel corso dell’inchiesta, aggravando ancora di più la posizione delle persone coinvolte.

Non ci frega un cazzo del nome e cognome, sono tutti ‘Mohammed’. E devono tutti tornare a casa. L’Italia è casa nostra.

Non è un problema di ordine pubblico, è un problema demografico. Lo risolvi solo cacciando dall’Italia milioni di nordafricani. Che ci fanno qui?




3 pensieri su “Tunisini padroni di Livorno: nessun arresto dopo la guerriglia e le devastazioni”

  1. Per la distruzione di Livorno ringraziate il Pd.Per i mancati arresti le leggi di merda targate 5merde.

I commenti sono chiusi.