Gang multietniche scatenate: 20 ragazzini circondano 2 italiani, scatta il pestaggio

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Nel totale silenzio della politica, la più grande minaccia al nostro futuro sono i figli degli immigrati: nessun partito chiede l’abrogazione dei famigerati ricongiungimenti familiari che stanno trasformando le città italiane nelle banlieu francesi.

Una gang multietnica ha circondato due italiani a Pesaro: pestaggio.

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Accerchiati, insultati, minacciati di morte e uno dei due colpito anche alla schiena. Scene da Bronx. E invece è successo, l’altra sera, nel giardino di piazza Puccini, quartiere di Villa San Martino, dietro la chiesa. Un branco di 20 ragazzini, tutti minorenni, maschi e femmine, ha circondato e inveito contro due uomini residenti nelle palazzine che si affacciano sul parchetto, finendo per aggredirne uno. E tutto perché quest’ultimo aveva osato rimproverarli dopo aver sopportato ore di schiamazzi culminati nel tiro al lampione. Alcuni di loro avevano infatti deciso di divertirsi colpendo con calci, sassi e anche con la ruota di una bici, il palo della luce fino a spaccarlo. Atti di inciviltà a cui c’è chi ha deciso di opporsi rischiando sulla propria pelle in attesa della Volante (coordinata dal dirigente Paolo Badioli), che è arrivata nel giro di poco, riuscendo a fermare la maggior parte dei ragazzini e a identificarli.

Lui, il primo a intervenire e a prendersi il colpo alla schiena, si chiama Giuseppe Rivoli, ha 48 anni, ingegnere. Dal 2004 abita, con moglie e figlia, in uno degli appartamenti davanti al parchetto. “Sono stati minuti infiniti. Ho avuto paura, non sapevo chi avessi davanti e temevo che potessero colpirmi alle spalle come poi hanno fatto. Speravo solo che la Polizia arrivasse più velocemente possibile. E così è stato. Adesso però ho paura di ripercussioni future”.

«Solidarietà all’ingegnere aggredito dai baby bulli, purtroppo non è la prima volta che succede a Villa San Martino, soprattutto al parco di piazza Puccini: sono anni che al Comune chiediamo più controlli e telecamere, speriamo che qualcuno si metta ora una mano sulla coscienza»: a parlare sono alcuni residenti del quartiere che dopo quanto accaduto poche sere fa al professionista – accerchiato e minacciato da un gruppo di ragazzini soltanto perchè li aveva rimproverati – tornano a farsi sentire.

«Un paio d’anni fa – raccontano – quando è avvenuto un tentativo di violenza al parco, abbiamo presentato un esposto e chiesto al Comune sorveglianza e telecamere. La situazione non è migliorata. Raccoglieremo firme, torneremo a farci sentire con il quartiere, con i consiglieri comunali e con il Comune. E’ soltanto l’ennesimo episodio. Con il lockdown le segnalazioni erano in parte sfumate, ma adesso c’è un gruppo che è scatenato: sono tutti ragazzini, minorenni, si sanno chi sono, non è possibile che un quartiere sia in loro balìa».

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L’assessore alla Sicurezza Riccardo Pozzi ha stigmatizzato quanto è successo anche perchè ricorda quanto accadeva lo scorso inverno a piazza Redi con vandali ragazzini che spadroneggiavano nel quartiere. Alcuni sono stati denunciati e raggiunti da Daspo urbano, nel frattempo sono stati pizzicati anche in altri quartieri come centro e mare a fare danni o rubare. Pozzi ha promesso interventi ricordando che sta per ripartire il progetto delle “unità di strada”, operatori sociali che scendono in campo per contrastare il disagio giovanile. Il medesimo progetto era stato attivato in piazza Redi, il consigliere comunale di Forza Pesaro, Luca Pandolfi, era stato tra i fautori. L’iniziativa vede coinvolti più soggetti, a partire dall’Ambito sociale territoriale, con servizi diversi e con l’ausilio anche dei centri giovanili presenti nei quartieri.

Tranne alcuni, sono tutti figli di immigrati come ad Ancona:

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Il giorno dopo l’aggressione al parco di piazza Puccini, il sindaco Matteo Ricci ha chiamato Giuseppe Rivoli, l’ingegnere 48enne, vittima dell’assalto del branco di minorenni, insieme a un altro residente della zona. E intanto lo stesso Rivoli, come portavoce di tutti gli abitanti della piazza, ha chiesto al primo cittadino di installare delle telecamere. “Ricci voleva sapere come stessi – racconta il 48enne che l’altro giorno è stato colpito alla schiena (7 giorni di prognosi) da uno dei ragazzini che aveva osato rimproverare perché avevano rotto a calci e sassate un lampione – e ha detto che farà qualcosa per il nostro parco. Noi del quartiere chiediamo più sicurezza. Al sindaco ho fatto presente che vorremmo che fossero messe delle telecamere sulla piazza. Io intanto, d’accordo con quelli della palazzina in cui abito, metterò delle telecamere all’ingresso. Questa è diventata una zona franca nelle mani di bande di ragazzini. Sono mesi che si riuniscono nel parco, spostano le panchine dove sono più nascosti dagli alberi per fumare la droga, prendono a calci i bidoni, spaccano oggetti, sporcano e fanno schiamazzi fino a tarda notte. Una situazione diventata insostenibile, un degrado che non accettiamo più. La Polizia fa già troppo, non può bastare una pattuglia”. E per questo Rivoli arriva a proporre soluzioni anche drastiche: “Tutto purché serva a dissuadere queste bande a ritrovarsi di nuovo qui – continua –. Oltre alle telecamere, dovrebbero essere fissate al terreno le panchine in modo tale che nessuno possa spostarle. Oppure potrebbero proprio essere tolte dal centro del parco e piazzate solo nel perimetro del giardino, al confine con la strada così che siano ben in vista”. Poi, Rivoli torna a parlare dell’altra sera: “Ora tanti altri residenti della piazza mi hanno chiamato per dire che hanno visto e che sono pronti a testimoniare. Sono contento, però sarebbero potuti scendere in strada quella sera. Io comunque ho ripreso tutto col mio cellulare. Ho ripreso tutti i ragazzini che mi accerchiavano, così come quelli che si sono girati dall’altra parte, chi è rimasto alla finestra a guardare lo spettacolo fumandosi una sigaretta. Ma anche le stesse macchine che sono passate, i conducenti hanno visto quello che stava succedendo ma nessuno si è fermato”.

E quello che stava andando in scena non poteva essere confuso con un tranquillo gioco di gruppo. “Era chiaro – riprende con una punta di amarezza Rivoli – che era una situazione di pericolo, di violenza. Ero in difficoltà ma chi passava ha tirato dritto. È sceso solo un altro residente. Due contro venti, che saranno stati anche tutti minorenni, ma il rischio che possa finire male c’è sempre”. A dar manforte a Rivoli è stato un 50enne sceso in strada di corsa a petto nudo. “Mi ha avvisato mio figlio – racconta scegliendo di rimanere anonimo – ha visto dalla finestra quei giovani che accerchiavano Rivoli e quello che lo ha colpito alla schiena. L’ho raggiunto nel parco. E come lui sono stati insultato e minacciato. E anche io ho fatto querela contro questi teppisti”.




9 pensieri su “Gang multietniche scatenate: 20 ragazzini circondano 2 italiani, scatta il pestaggio”

  1. Per questa situazione odiosa l’ingegnere ringrazi il Pd,la Lamorgese in primis e tutta la banda di cagnacci sinistroidi appresso.

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