Venti clandestini morti cercando di lasciare l’Italia

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Alcuni finiscono a Nizza a decapitare cristiani nelle chiese. Altri a Milano a stuprare infermiere. E poi, c’è anche chi muore nel tentativo di scappare in Francia: a dimostrazione che questi cercano solo un posto dove scroccare meglio, non fuggono da nulla. Quindi in Italia perché si scrocca meglio che in tutti i Paesi tra l’Afghanistan e noi, ma poi una volta qui preferiscono l’ancora più scroccabile Francia, dove ormai la colonia afroislamica è enorme. Maggioritaria in molte zone.

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Comunque sono solo venti nel giro di alcuni anni, l’ultimo oggi – il clandestino del Bangladesh morto folgorato sul tetto di un treno francese nell’ultima galleria al confine Italia-Francia -, i clandestini che hanno trovato la morte cercando di attraversare il confine e dei quali è stato ritrovato il cadavere.

Una, tal Milet Tesfamariam, era eritrea ed è morta investita da un tir mentre stava percorrendo a piedi una galleria autostradale al confine con la Francia.

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Il più ‘anziano’ è stato un migrante iracheno di 36 anni, morto investito da un treno mentre camminava lungo la ferrovia: è stato travolto proprio all’imboccatura della galleria di zona Peglia a Ventimiglia dove oggi si è verificata l’ennesima folgoriazione sulla via della Francia.

Alcuni sono morti annegati cercando di nuotare fino alle acque francesi di notte, altri sono precipitati dal ‘Col de Mort’, un sentiero tracciato su un costone di roccia a picco sul mare che sovrasta il punto di confine tra Italia e Francia a Ventimiglia, altri ancora a piedi di notte in autostrada vengono investiti dai mezzi pesanti o lungo i binari travolti dai treni, oppure ancora soffocati nelle paratie delle carrozze ferroviarie, folgorati dall’elettricità sui tetti dei convogli.

Sono centinaia i clandestini che ci provano, pagando i passeur che li accompagnano sul Col de Mort o indicando i punti dove è possibile ‘saltare’ sui treni. Purtroppo molti ce li rimandano indietro.




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