“Dobbiamo portare le afghane in Italia perché in Afghanistan sono vietate le classi miste”: ‘sti cazzi?

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Su questa bizzarra notizia di afghane ‘bloccate’ in Afghanistan:

Gli accoglioni non ne hanno mai abbastanza: “81 studentesse della Sapienza bloccate in Afghanistan”

Ecco il motivo per cui, secondo gli accoglioni, dovremmo portarle in Italia:

Nel frattempo, tanto per far capire quali sono le possibili involuzioni imminenti, il ministro dell’Istruzione talebano ha annunciato che d’ora in avanti nell’università dell’Afghanistan le studentesse e gli studenti saranno divisi. «Continueranno a studiare in classi separate, come vuole la sharia», ha dichiarato Abdul Baqi Haqqani secondo quanto riportato dall’agenzia Tolo news.

Lo scrive il giornale di FdI. Roba da giornalino di un centro sociale.

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E ‘sti cazzi? Le classi erano separate in Italia fino a qualche decennio fa, e comunque sono cazzi loro. Ma davvero credete che le donne afghane siano le vittime degli uomini afghani? Di chi credete che siano figli, gli afghani? I deficienti dei media parlano come se i talebani fossero un esercito invasore arrivato da Marte e non, invece, i figli delle donne che loro vorrebbero evacuare.

Tra l’altro, tutto ciò che è misto è il male:

Le classi separate, quindi non miste, rappresentano una pratica frequente nelle scuole private, e un numero crescente di genitori le considera necessarie, specialmente durante l’adolescenza.

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In quali licei scientifici si concentrano i voti più alti alla maturità? Subito dopo il liceo Franklin di Parigi, sono due gli istituti che si distinguono….e si tratta di istituti femminili: il liceo privato Daniélou di Rueil-Malmaison (Dipartimento Hauts-de-Seine) e la Maison d’éducation de la Légion d’honneur [1], liceo pubblico. Due istituti sicuramente di élite, che però fanno mangiare la polvere ai prestigiosi licei Louis-le-Grand, Henri IV o Stanislas. Le classi separate avrebbero dunque effetti positivi sul rendimento delle ragazze?

La questione è complessa e rappresenta un grande tabù in Francia, dove le classi miste sono sempre state sinonimo di uguaglianza. Il sociologo Michel Fize, autore del volume Les pièges de la mixité scolaire (Le controindicazioni delle classi miste – ndt), ricorda di essere stato oggetto di linciaggio mediatico per aver suggerito di stabilire, in determinati periodi del percorso scolastico, dei momenti nei quali separare le classi: in particolare durante le ore di biologia, quando alla scuola media si affronta il tema della riproduzione, o di ginnastica. “Ero visto come il terrificante reazionario di turno”, commenta il sociologo, osservando inoltre che l’argomento, generalmente affrontato parlando delle frequenti bocciature dei ragazzi, oggi è sempre meno controverso. Ma è davvero così? Non esistono statistiche ufficiali né, tantomeno, commenti o dichiarazioni da parte della Pubblica Istruzione e delle scuole cattoliche. Tuttavia, un’associazione di genitori come l’Apel [2] spiega che “per un numero crescente di genitori, se esistessero momenti dedicati alla separazione delle classi, si potrebbe tirare un po’ il fiato, specie durante l’adolescenza”.

Negli anni ’70, con la legge Haby, le classi eterogenee diventano la regola in Francia. Isabelle Collet, ricercatrice su tematiche inerenti l’istruzione e le differenze di genere, presso l’Università di Ginevra, spiega che “questa misura si è imposta per ragioni di ordine economico e pratico, non per ragioni pedagogiche. Le classi eterogenee sono state introdotte a prescindere da ogni riflessione ponderata a riguardo. La commistione tra i sessi ha quindi cessato di essere qualcosa di “immorale” ed è improvvisamente diventata “democratica”. Questo cambiamento ha forse portato come per magia all’uguaglianza? Non proprio, se pensiamo all’ampia letteratura scientifica esistente in merito. Alcune ricerche, ad esempio, affermano che i docenti “sollecitano” i ragazzi più delle ragazze, per le quali vi sarebbero delle aspettative più “deboli”. I ragazzi, per natura più agitati, sono spesso anche coloro che vengono maggiormente puniti redarguiti, mentre le ragazze svolgono perfettamente il “mestiere di alunne”. Parallelamente, lo scarto tra i due sessi in relazione ai risultati ottenuti continua ad aumentare, a favore delle ragazze. Pur avendo più diplomate che diplomati (il 41% delle ragazze ha superato la maturità e ha due anni di studi universitari alle spalle, contro il 32% dei ragazzi), nel mondo del lavoro esse ricoprono soltanto il 32% degli incarichi dirigenziali.

Le classi separate sono capaci di cambiare le carte in tavola? Diverse indagini dimostrano che le ragazze ne trarrebbero benefici maggiori rispetto ai ragazzi.




5 pensieri su ““Dobbiamo portare le afghane in Italia perché in Afghanistan sono vietate le classi miste”: ‘sti cazzi?”

  1. Si alle classi separate, bianchi con bianchi, negri con negri mussulmerda con mussulmerda, e froci con froci, quelli stanno benissimo con qualsiasi colore della pelle, sempre handicappati sono, ed è bene che stiano tra di loro

  2. Le donne afgane se avessero voluto o dimostrato voglia di libertà appena sbarcate si sarebbero tolte da dosso quell’inutile straccio blu.Visto che non lo hanno fatto e lo stanno indossando ancora stanno dimostrando che non sono sotto l’egemonia maschile ma di quella religiosa.

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