La prima cosa chiesta dagli afghani portati in Italia? Tappeti per pregare Allah

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Quando ieri sera intorno alle 22 sono arrivati a Bari, nell’hotel che li ospiterà per almeno sette giorni di quarantena, la prima cosa che hanno chiesto i 40 afghani portati in Italia con un ponte aereo che ci ha scaricato alcune migliaia di musulmani, sono stati i tappeti per poter pregare il loro Allah.

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Questi fanatici islamici sarebbero in fuga dai talebani. Sono una fazione sconfitta, nulla di più. I loro figli faranno quello che hanno fatto in questi anni i figli degli immigrati islamici in Francia.

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C’è anche una donna incinta, complessivamente sono otto i nuclei familiari e tre persone singole. Un uomo è in condizioni di salute precarie e necessità di cure.

Al lavoro ci sono gli operatori della Protezione civile regionale, con il supporto di mediatori culturali e con l’assistenza sanitaria della Asl Bari. Nel gruppo dei 40 afghani c’è anche un uomo che da cinque anni viveva già in Italia, ma che saputo quanto stava accadendo nel suo Paese è tornato a Kabul per portarsi qui anche la moglie.




4 pensieri su “La prima cosa chiesta dagli afghani portati in Italia? Tappeti per pregare Allah”

  1. C’è da dire che questi personaggi politici che decidono alle nostre spalle senza chiedere nulla a nessuno sono stati eletti. Agli italiani va bene così, immagino.

  2. Avremmo dovuto chiedere ai ricchissimi Emirati Arabi Uniti o alla ricchissima Arabia Saudita di accogliere i veri o presunti profughi.
    Quale che fosse stata la loro risposta, in Italia non ne sarebbe dovuto entrare nemmeno uno.

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