Duemila euro per sbarcare in Italia dalla Tunisia: “Ci reclutano sulle spiagge”

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“In quattro guidavano l’imbarcazione con il gps, non saprei riconoscere chi sono gli altri tre. Siamo partiti dalla Tunisia con due barchini, poi trasbordati in una nave più grande. Abbiamo pagato seimila dinari per il viaggio iniziato sulle coste di Sousse, senza acqua, cibo e giubbotti di salvataggio”.

Il racconto di uno dei tre tunisini, sbarcati il 7 luglio a Lampedusa insieme a un gruppo di complessivi 49 migranti, apre interessanti spunti investigativi nella lotta al traffico di esseri umani dall’Africa. Gli altri due, invece, hanno fatto perdere le loro tracce prima di potere confermare la loro testimonianza nell’incidente probatorio.

Il gip Francesco Provenzano ha, quindi, acquisito solo la testimonianza del migrante che non si è reso irreperibile. Dal suo racconto, in contraddittorio fra le parti, è arrivata una piena conferma alle dichiarazioni iniziali.

Il migrante, essendo indagato di reato connesso (il reato di clandestinità non è stato mai abolito), è stato interrogato con l’assistenza di un difensore, l’avvocato Marcella Bonsangue.

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In seguito al racconto dei tre testimoni, nelle scorse settimane è stato convalidato il fermo ed è stata disposta la custodia in carcere per il tunisino Faouzi Ben Manssour, 42 anni, riconosciuto in foto dai tre collaboranti.

L’indagato, difeso dall’avvocato Gianfranco Pilato, in occasione dell’interrogatorio di convalida, si è difeso dicendo di essere finito al centro di una sorta di complotto perchè non avrebbe consentito che l’imbarcazione proseguisse fino alle coste siciliane venendo, invece, fermata davanti a Lampedusa dalla Guardia costiera e indirizzata verso il molo Favaloro.

I tre superstiti hanno raccontato che un gruppo di trafficanti recluta i migranti sulle coste della Tunisia per 6.000 dinari, che equivalgono a circa 1.800 euro, e li caricano su barchini in condizioni di sicurezza proibitive, lasciandoli senza cibo nè acqua.

Gli imbarchi, secondo il loro racconto, avvengono da diverse spiagge della Tunisia, a bordo di piccole imbarcazioni. I migranti vengono poi trasbordati in mezzi più grandi. I tre collaboranti hanno visionato l’album fotografico di tutti i compagni di viaggio indicando Manssour come l’uomo che guidava la barca aiutandosi con un gps.

Il testimone ha aggiunto che altre tre persone guidavano la barca spiegando, però, di non saperle indicare.




2 pensieri su “Duemila euro per sbarcare in Italia dalla Tunisia: “Ci reclutano sulle spiagge””

  1. Tunisia, Egitto, Turchia, Albania, Romania, Grecia ecc ecc… tutti bei paesi, tutti paesi che ho visitato, ma io mi chiedo… perché io andando la come turista sono stato trattato bene e ben accolto! E non lo nego solo per fare piacere ai commentatori di Vox, strano vero? Ma allora mi chiedo come mai da questi paesi arriva solo merda… non arrivano come turisti come ho fatto io coi loro paesi, ma arrivano come invasori e ne fanno di tutti i colori in Italia e non vengono espulsi.

  2. Yaya Kallon classe 2001 del Sierra Leone, giovane promessa del Genoa, arrivato a Lampedusa nel 2016 perché diceva che nel suo paese ci sono dei ribelli che prendono i bambini e li trasformano in soldati, allora la sua famiglia lo ha fatto partire per l’Italia, costo 5000 euro per arrivare fino a qui illegalmente, ma in un paese del terzo mondo come fai a trovare 5000 euro? Evidentemente lui era di famiglia benestante… ora però che è qui da 5 anni… è diventato calciatore ed è stato comprato dal Genoa e guadagna molti soldi, che lui giustamente usa per inviare alla sua famiglia e per fare la bella vita in Italia, mangiare bere e infilare il suo lucido uccello negro dentro i buchi delle troie bianche maledette. Le persone a cui Yaya Kallon deve tutta la sua fortuna sono ovviamente i politici italiani. Maledetti!

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