Colleghi spacciatori del tunisino vogliono uccidere Alessandro Patelli

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Pronto il trasferimento di Alessandro Patelli, 19 anni, in carcere da domenica per avere ucciso, dopo essere stato aggredito, un noto spacciatore nordafricano. Il ragazzino dovrebbe essere tasferito dalla casa circondariale don Fausto Resmini, in altra struttura non lontano da Bergamo per consentire ai genitori del ragazzo di poterlo andare a trovare, vista la sua età.

“Si sappiamo che c’è stata questa disponibilità – ha dichiarato il padre del 19enne, John Patelli – ma quando avverrà ancora non lo sappiamo. Credo che occorra ancora qualche giorno per via del Covid, così mi è stato detto. Non voglio aggiungere altro”. La richiesta di trasferimento è una misura resa necessaria dopo che nell’interrogatorio davanti al gip Beatrice Parati, l’indagato ha riferito di essere stato minacciato di morte da un cittadino nordafricano. Un collega spacciatore del morto.

E proprio alla luce di quanto emerso, il difensore del 19enne, avvocato Enrico Pelillo, aveva chiesto i domiciliari, che sono stati negati dal gip per condotta del ragazzo indicativa di una “pericolosità sociale” e “dell’incapacità dello stesso di controllare i propri impulsi”. Quante cose vorremmo dire a questa gip.

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Comunque già nel carcere di via Gleno sarebbero state adottate misure per prevenire eventuali ritorsioni. Ad esempio evitando contatti tra il ragazzo e detenuti tunisini, connazionali e colleghi di Marwen Tayari, 34 anni.

L’avvocato Sofia Pedrinelli, nominata dalla concubina di Tayari ha presentato istanza per l’estradizione della salma in Tunisia per i funerali, ma il pm l’ha negata, così come la cremazione.

Vogliono fare sparire le prove.
 




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