Migranti: “Siamo in Italia per tagliarvi la gola”

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Cosa vengono a fare i richiedenti asilo musulmani in Italia?

Ad esempio, un 29enne iracheno ospite di un centro per richiedenti asilo di Crotone, un paio di anni fa venne arrestato perché in quella struttura faceva proselitismo tra gli altri richiedenti asilo musulmani istigandoli ad arruolarsi tra le file dello Stato islamico.

Dopo la strage islamica di Salman Abedi davanti alla Manchester Arena aveva esultato per la morte degli ‘infedeli’.

Venne arrestato con l’accusa di “associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere”: lui, un profugo.

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Il richiedente asilo iracheno istigava gli altri immigrati come lui ospiti a spese nostre dal Centro Sprar di Crotone, a giurare fedeltà al califfo Abu Balr al Baghdadi e a fare il jihad, la guerra santa, in nome di Allah e sotto le bandiere nere dell’Isis.

Secondo gli inquirenti era una “persona violenta e fortemente incline alle attività criminali”, stesse preparando “atti violenti con finalità terroristiche”.

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Le indagini hanno, poi, permesso di captare una conversazione con la sorella durante la quale dice chiaramente che, nonostante qualcuno gli avesse chiesto di rientrare nel suo paese d’origine per prendere parte alla “guerra santa”, la sua condivisione ai principi del jihad, lo avrebbero spinto a rimanere in Italia per “redimere gli infedeli”, riferendo espressamente che “a queste persone (cioè a noi..) dovrebbe essere tagliata la gola”.

Ora, quanti terroristi islamici abbiamo ospitato in questi anni, a spese nostre? Quanti ne stiamo ospitando, ancora, tra gli oltre centomila che ancora resistono in hotel?

E sono così anche quelli ‘normali’. Come il clandestino pachistano che dopo aver rubato una bicicletta, proprio davanti alla caserma dei carabinieri di Novellara, ha minacciato un attentato.

“Io taglio la gola a qualche italiano, farò vedere scorrere il sangue”. “Se avessi un fucile sparerei a tutti”. “Ho il camion, andrò addosso alla folla”. E ancora: “ucciderò tutti”.

Continuando così anche durante le fasi di fotosegnalamento dove, rivolgendosi ai carabinieri, ha urlato “vi ammazzo, se avessi un fucile vi sparerei, taglio la gola a tutti”. Infine, rivolgendosi al comandante, peraltro, secondo quanto si apprende, in un momento più collaborativo, avrebbe detto anche “maresciallo, io non voglio uccidere un italiano ma sono sicuro che arriverò a farlo se non mi mandate via” proseguendo con frasi nella sua lingua madre. Le dichiarazioni dell’uomo sarebbero proseguite anche durante le fasi di fotosegnalamento dove, rivolgendosi ai carabinieri, avrebbe urlato “vi ammazzo, se avessi un fucile vi sparerei, taglio la gola a tutti”. Infine, rivolgendosi al comandante, peraltro, secondo quanto si apprende, in un momento più collaborativo, avrebbe detto anche “maresciallo, io non voglio uccidere un italiano ma sono sicuro che arriverò a farlo se non mi mandate via” proseguendo con frasi nella sua lingua madre.

Minacce che hanno ricordato la follia di un nordafricano di Torino, che il 23 febbraio 2019 ha sgozzato un passante. Solo per il gusto di uccidere un italiano.




4 pensieri su “Migranti: “Siamo in Italia per tagliarvi la gola””

  1. Stesse parole sentite qualche giorno fa sul treno da ragazzini marocchini, rivolgendosi a due anziani signori, solo perché gli chiedevano di cedergli il posto da loro prenotato. Per loro è pronto lo ius soli. Comunisti cancro sociale

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